Ha senso ancora il folk rock nel 2018? Fino a che c'è un pubblico che ama questa musica, direi proprio di sì, visto che non è un genere in cui l'innovazione e seguire l'ultima tendenza del momento è fondamentale.

Sono fondamentali invece i classici su cui si basano le fondamenta del genere, ovvero i classici della canzone d'autore, Guccini (con e senza Nomadi), Ivano Fossati e Fabrizio De Andrè ma anche i gruppi che hanno saputo cogliere questa tendenza e modernizzarla intorno agli anni '90, ovvero Modena City Ramblers, Folkabbestia e Bandabardò.

I Mé, Pék e Barba fanno parte di questa tradizione, ci sono dentro fino al midollo cercando comunque di dare il loro contributo per rendere la proposta personale e attuale, riuscendoci.

La scelta di realizzare un concept album sul vino risulta vincente, uno spunto per poter spaziare tra generi e atmosfere, argomenti anche all'apparenza distanti, riuniti da un unico filo conduttore.

“Vincanti” è un album al di fuori delle mode, persino nella sua durata, in un momento storico in cui molti abbandonano questo formato, qui si torna invece a valutarlo come qualcosa di più di un semplice contenitore di canzoni, e anche la grafica e il packaging davvero curati mostrano un grande rispetto nei confronti del pubblico.

Tra le canzoni brilla il singolo “Filastrocca”, un'opera corale a cui partecipano musicisti da tutta Italia, nei loro dialetti o lingue e in particolare Gigi Sanna dei sardi Istentales, Puccia degli Aprés La Classe, direttamente dal Salento e poi ancora Franco Giordani, dal Friuli e Dario Canossi de I Luf dalla Valcamonica.

Non ultimo Omar Pedrini che nella vita è anche un grande appassionato di vini e produttore, e sua è la canzone “Sarà Festa (Una Storia Nel Bicchiere”)”.

Produce il disco Elisa Minari, bassista nella band con un passato nei Nomadi e in compagnia di Freak Antoni e Francesco Baccini, una produzione molto curata e allo stesso tempo eclettica.

E, come a chiudere idealmente il cerchio raffigurato in copertina, nel booklet c'è anche un racconto di Marino Severini dei Gang, padre di tutta questa scena.

Difficile estrapolare singoli episodi dal contesto, anche se la mia predilezione è verso i brani più corali, “Filastrocca” e poi ancora il rock blues di “Peronospera”, il funk soul di “Etichetta”,”Enoteca”, il “Codice Cichero” e la conclusiva “Ramezolfo”, con il suo tocco magico ed arcaico.

Link: https://www.youtube.com/watch?v=oad7DpgSlWQ

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