I Bolt Thrower sono stati uno dei migliori gruppi death metal, capaci di creare uno stile personale, unico e riconoscibilissimo. Un’immagine legata, almeno agli inizi, ai giochi di ruolo come Warhammer, testi che si occupano di guerra, tempi lenti, cadenzati e marziali, che poi acceleravano all’improvviso con una furia devastante. Dopo una decina, fra album ed Ep, i Bolt Thrower si sono sciolti nel 2016, un anno dopo la morte del loro ultimo batterista Martin Kiddie Kearns, fatto da cui la band non si era più ripresa.

Karl Willets, il cantante dei Bolt Throwers, tuttavia non si arrende e decide di formare una nuova band, recluta Andy Wale, il primo batterista dei Bolt Thrower, Frank Healy dei Benediction e Scott Fairfax, chitarrista live sempre per i Benediction.

Dopo due singoli di ottimo livello i Memoriam, nel 2017, incidono il primo Lp "For The Fallen". Tutto, dal nome della band, al titolo del disco, dai testi, ai riff, fino all’immagine della copertina è un chiaro richiamo ai Bolt Thrower, d’altra parte Karl Willets ha passato 30 anni in quella band.

Il suono è quello lento, cadenzato e marziale a cui ci avevano abituato i Bolt Thrower, e anche qua non mancano le accellerazioni improvvise e gli assoli veloci e micidiali, anche se a volte spuntano dei brevissimi fill in di chitarra, di chiara matrice thrash, abbastanza artificiosi e tutto sommato inutili, a mio giudizio. Le tematiche, nella maggior parte dei pezzi, sono dedicate alla guerra e a un incombente e tragico destino per la razza umana, al quale però ribellarsi e contro il quale lottare. La voce di Karl non è, chiaramente, più quel growl cupo e feroce di un tempo, in certi punti il cantante ha difficoltà e diventa quasi roco, ma tutto sommato si difende bene. Rispetto ai numi tutelari Bolt Thrower, le sonorità abbandonano in parte il death metal più crudo e si ammorbidiscono, avvicinandosi a suoni leggermente più thrash, anche se questo potrebbe dipendere dalla classica produzione pulita stile Nuclear Blast.

Il disco si apre con Memoriam, brano chiaramente dedicato a Martin Kiddie, come si capisce chiaramente dal testo:

"How constantly we think of you / With hearts and eyes that fill / The love in life we had for you / In death grows stronger still".

Il brano inizia con un riff cupo e lento e appena parte il riff portante si capisce chiaramente quanto questo disco porti in sè il marchio dei Bolt Thrower. Il tutto si ripete nei brani successivi, sia quelli più lenti e cadenzati "Reduced to Zero", "Resistance", sia in quelli più veloci e furiosi "Corrupted System", sia in quelli dove le due anime della band si mischiano "War Rages On", "Surrounded By Death", proprio come succedeva, indovinate un po’, nei Bolt Thrower.

In sintesi i Memoriam nel confronto con i Bolt Thrower, confronto che è inevitabile fare, escono perdenti (come uscirebbero perdenti la gran parte delle band in circolazione), ma a prescindere da questo aspetto è un buon disco death metal, sicuramente sopra la media odierna.

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