- I Live di Telespalla N°4 -

La musica italiana presenta moltissime realtà che negli anni hanno costruito una dignitosa carriera grazie ad una serie di elementi positivi che possono variare dalle musiche, ai testi, all'atteggiamento concertistico, alla mentalità. Tra i gruppi che rientrano in questa definizione spiccano i Mercanti di Liquore, band brianzola che si fece notare per la grande abilità nell'eseguire cover di Fabrizio De André. Negli anni poi ha saputo mostrare le proprie possibilità grazie ad un folk ben costruito, a dei testi disobbedienti (come loro li hanno definiti) e ad uno stile concreto, estremamente valido. In questi ultimi anni poi è stato possibile ammirarli al fianco di Marco Paolini nei suoi spettacoli e in due dischi (l'ultimo, "Miserabili", uscito proprio di recente).

La Festa Democratica Provinciale di Brescia (per capirci, il sostituto della Festa dell'Unità) tra i suoi eventi musicali prevedeva anche un concerto dei Mercanti di Liquore, convinti probabilmente dal buon risultato dell'anno scorso. Intorno alle ore 22 c'è stato l'inizio, la band è salita sul palco e ha subito invitato il pubblico ad avvicinarsi. Chi c'era non se lo è fatto dire due volte, quindi molti si sono posizionati in piedi sotto il palco. Altri, probabilmente più pigri, hanno spostato semplicemente la propria sedia più avanti rispetto alla posizione originaria. Dopo un primo assestamento subito musica, partenza con "La Musica dei Poveri", un classico del loro interessante repertorio. Successivamente due brani tratti da "che/cosa/te/ne/fai/di/un/titolo", "La Semiautomatica" e "La Moglie Brontolona"; brani simpatici e piacevoli. Spazio poi ad un inedito, intitolato "Ieri Sera Sono Apparso alla Madonna": un appello di un uomo alla Vergine affinché protegga gli abitanti del suo paese. Questi brani iniziali rendono l'idea dello stile del gruppo: dal punto di vista musicale due chitarre classiche molto briose e una fisarmonica efficace ed intensa, dalla parte testuale una ripresa della lezione di De André con un viaggio suggestivo verso un cosmo popolare, molto semplice e denso di una grande dignità che evince certe regole di moralismo e di superiorità culturale. Tutto questo creando emozioni e offrendole in maniera estremamente gradevole all'ascoltatore. 

Andando avanti si possono potuti ascoltare brani tratti dal loro disco più celebre, "La Musica dei Poveri", passando dalla struggente "Apecar" alla ironica "Cecco il Mugnaio". Spazio anche per due cover di De André, "Nella Mia Ora di Libertà" e "Un Blasfemo" eseguite molto bene, e anche per una poesia di Gianni Rodari intitolata "Il Punto". La prima parte è conclusa da "Lombardia", omaggio sui generis alla regione di provenienza del gruppo.

Fine della prima parte e passaggio ad un bis particolarmente atteso. In fondo tutte le cose belle si fanno desiderare. Qui il gruppo ha scaldato il pubblico usando sempre testi di De André passando da "Bocca di Rosa" al "Testamento di Tito", particolarmente bella e arricchita da un'interazione splendida con lo spettatore la versione del "Gorilla". Spazio naturalmente anche a loro canzoni, quindi segnalo una versione rallentata de "La Musica dei Poveri" e una esecuzione splendida di un brano intitolato "L'Italia". L'apoteosi finale giunge all'ultimo brano, grande marchio di fabbrica dei loro concerti: un medley tra "Il Sergente della Neve", brano scritto con Marco Paolini, e "La Guerra di Piero". Un finale fantastico ed estremamente antimilitare.

Bilancio finale anche qui positivo. Parlo di una band di grandissimo valore la quale riesce a soddisfare le grandi aspettative di coloro che vanno a vedere i loro concerti riuscendo ad appassionare anche chi non li conosce. Un risultato di non poco conto pensando che non è affatto facile stupire a 360°, soprattutto nel mondo della musica.

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