Li avevamo lasciati così.
Andrew VanWyngarden e Benjamin Goldwasser sono i fighetti della musica contemporanea. C'è poco da fare o da dire, sono il gruppo che ha interpretato al meglio la lezione musicale del XXI secolo: "recupera dal passato, rimpolpa col moderno e sforna il risultato finale con un sound alla moda". Fatto!
Ma basta una prova di stile a sfamare l'ascoltatore più attento?
Se riesci ad interpretare il gusto di una buona fetta di pubblico, ma sei abbastanza alienato (snob?) da non cadere nei soliti cliché musicali del postmodernismo, in un certo modo crei tendenza.
"Cazzo vorrei essere come voi! Cazzo vorrei suonare come voi! Ma che cazzo di strumenti suonate?!?"
E come migliorare ancora di più quell'aura da folletti sotto lsd? Con il tanto decantato "Optimizer" chiaramente, un sistema che coniuga all'ascolto del disco una serie di video-volteggi psichedelici sincronizzati. Mah...
Se "Alien Days" è un riflesso del passato, che non porta nulla di nuovo alla voce MGMT e "Mystery Disease" è dream pop già annusato, quel piano elettrico che parte a min. 02:17 è qualcosa di sublime.
"I Love You Too, Death" è un treno lunare che non vuol far capire dove fermerà; "A Good Sadness", una delle migliori dell'album, è elettronica shoegaze (infiniti strati di elettronica insomma). E' da questo punto che partono i pezzi più sperimentali e folli. "Plenty of Girls In the Sea" sono Marco Fasolo che fa a botte con Wayne Coyne, un passaggio multicolore dovuto per arrivare al capolavoro "An Orphan of Fortune". Se è una spinta per il futuro... ci siamo.
Vanno dette però due parole a parte sulla qualità delle registrazioni dell'album.
I suoni sono tutti tremendamente giusti. Batterie compresse e distorte, che ti arrivano dirette in faccia; synth analogici anni '70 che escono da mix quasi a volerti prendere per il culo; chitarre arpeggiate, riffate, condite e macinate, ultra-effettate. Insomma, un intruglio di suoni che di più belli non ce ne sono e per giunta presentati nella loro perfetta interezza. E da laggiù, da quel pianeta fatato dove abita, ci giunge la voce del VanWyngarden, il più delle volte raddoppiata.
La produzione è affidata a Dave Fridmann, che guarda caso ha messo mano in tutte le migliori uscite discografiche degli ultimi anni, The Flaming Lips e Tame Impala su tutti.
Li abbandoniamo dove li abbiamo ripescati dunque, a nuotare nella sottile scia che separa la nuova corrente psichedelica dalla pop song dai suoni glamour e alla moda.
Felicità = realtà - aspettative. Tu sei felice?
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