Mi dispiace tornare a scrivere su questo personaggio. Michael Angelo, o meglio Michael Angelo Batio torna a tartassarci le orecchie con un nuovo album.

Sarebbe inutile spendere ulteriori parole su di lui, sulla sua tecnica chitarristica, sulla sua proposta musicale alquanto sterile e priva di reale contenuto: ne abbiamo già parlato sia in altre recensioni che in sedi diverse da questo, e ne abbiamo dette tante che non c'è più nulla da affermare su di lui. Ma questa volta ha esagerato.

Si, perchè in questo suo "Hands Without shadows" ci sono solo due canzoni realmente sue. Le altre 6 sono scialbe e mediocri variazioni di grandi canzoni del rock passando dai Deep Purple sino ai Metallica. E questo credo che sia uno stupro della storia della musica rock. Io davvero non capisco il sendso di prendere 6 classici del rock e storpiarli in quel modo, snaturando riff e melodie per assecondare le sue masturbazioni tecniche. Si inzia bestemmiando contro "Burn", classico dei Deep Purple, e partono immancabili le sfuriate solistiche di Angelo.
Io mi chiedo il perchè di tale scempio, invece di impegnarsi per migliorare se stesso, si impegna per peggiorare gli dei del rock. Angelo continua con un pezzo dall'apparente malinconia visto l'argomento: un tributo a Randy Rohads... e credo che il povero si stia rivoltando nella tomba, da quel che sembra il pezzo è un medley di alcuni dei brani presi dal disco "Blizzard of Ozz" di Ozzy Osbourne. Evitabile.

Angelo continua adesso insultando gli Zeppelin: il brano si intitola "Zeppelin Forever". Il brano inzia dolcemente, calmo, senza sboronate iniziali. Ma non disperate, non mancherà di appagare le vostre orecchie, ancora non sazie di note senza numero. Angelo si cimenta prima in assoli dolci, poi veloci, poi prende una pausa per addentrarsi in atmosfere acustiche. Ma non cambia nulla: in sette minuti e passa di brano Angelo non regala altro che noia e dimostra ancora una volta la sua pochezza come artista. Si arriva al suo brano: "Hands without shadows". Banale al massimo. Talmente strano da risultare veramente brutto, ma rispetta in pieno le caratteristiche di Angelo, le solite scale, i soliti sweep, le solite tenciche e la solita velocità senz'anima.
Il quarto scempio arriva dopo con una variazione sul tema di "Whereve I may roam", canzone di successo e anche abbastanza bella dei Metallica. Angelo riprende le linee vocali, fa qualche nota veloce (diciamo qualche per non esagerare) e nulla più. Comincio a disgustarmi di questo disco e il vomito totale arriva dopo quando letteralmente sputa in testa a quasi 40 anni di rock: rifare in quel modo "Dream On" degli Aereosmith è veramente uno scandalo. Lasciando stare il suono della chitarra che è osceno, ma insultare quel mitico brano è veramente da incoscienti e da incompetenti.

"Prey on, prey" è il classico brano di Angelo, preludio all'ultima frustata che è "All along the watchover", ripresa di un brano di Bob Dylan. E non voglio commentare più di tanto. Forse le intenzioni di Angelo erano buone.. forse.. ma se aveva delle idee perchè non usarle per i suoi dischi invece di infangare in quel modo osceno certe perle della storia musicale degli ultimi 50 anni? Rimango sbigottito.

Se non volete ammalarvi rimanete lontani dalla musica di Michael Angelo.

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