Michael Winterbottom ci racconta con questo film la storia di Tony Wilson e della storica casa discografica che negli anni '80, ispirato da un concerto dei Sex Pistols, decide di fondare insieme ad un gruppo di suoi amici, la Factory Records; e ci racconta la storia del club che Tony decide di aprire a Manchester, la Hacienda, che qualche anno più tardi sarà definito da una rivista americana il club più famoso del mondo, importante rampa di lancio per gruppi emergenti e poco conosciuti.

Insieme a Tony conosciamo le vite degli artisti che si intrecciano con la sua e che gravitano intorno alla Factory, gli artisti che lui stesso scopre, che insegue, e anche quelli che perde, come l'inquieto Ian Curtis, cantante dei Joy Division (band prodotta dalla Factory) che si toglie la vita all'età di 23 anni, mettendo fine alla breve storia dei Joy Division, i quali continueranno a produrre con la Factory sotto il nome di New Order.

Finito il film, si è così presi dalla vita produttiva di Tony Wilson, che rimane la piacevole curiosità di conoscerlo anche nella sua vita non pubblica, tenuta in disparte dal regista, che ha inteso concentrarsi più su ciò che Tony è riuscito a creare in quegli anni fertili dal punto di vista musicale, sui destini che è riuscito a incrociare, sulla sua stravaganza nascosta apparentemente da una certa compostezza, sulle sue idee determinate e innovative.

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