Il grido è considerato uno dei film più importanti di Michelangelo Antonioni, per alcuni è il suo capolavoro.
È ritenuto inoltre come uno dei film più importanti della cinematografia italiana degli anni 50.
Nella gelida e nebbiosa campagna ferrarese, Irma (Alida Valli) confessa ad Aldo (Steve Cochran) di volerlo lasciare, ama un altro.
Irma che col marito in Australia per lavoro ormai da 7 anni s’era messa con Aldo, un operaio, con il quale avevano avuto anche una bambina… Ma Irma ha saputo ora che il marito è morto laggiù e decide di rivelare ad Aldo la sua storia con un altro anche se è da pochi mesi che lo frequenta …e comunque dice ad Aldo di non amarlo più.
È finita.
Così, senza nessun preavviso, senza nessuna avvisaglia.
Aldo va fuori di testa…
Per lui, che porterà con se la bambina, sarà un peregrinare sconclusionato e farneticante per le zone cirocistanti, in cerca di un lavoro, di una nuova donna da amare …ma tutto sembra inutile non ci crede neanche lui…
Splendidamente fotografato, il paesaggio brullo, arido e nebbioso è la perfetta scenografia dello stato d’animo di quest’uomo perduto e della bambina, povera creatura innocente, che dovrà seguire il padre in ogni dove… La nebbia circostante, la campagna deserta e arida sembrano quasi dirgli non c’è niente e nessuno qua che può aiutarti…
La colonna sonora (Giovani Fusco) non è da meno. Melodie straniate, solenni e distorte fan da contrappunto alle sequenze del film. Se pensiamo alle musiche dei film italiani di quei tempi, tronfie “antiche” e strappalacrime siamo davvero su un altro pianeta.
Tutto ciò per dire che Antonioni è uno dei pochi registi dell’epoca moderno. Affronta la “semplice” fine di un rapporto di coppia in modo analitico cercando di scandagliare il più a fondo possibile l’animo, la psiche umana. Ci sono in tal senso delle analogie, per il tema trattato, del superbo Possession di Zulawski, da me recensito e che verrà una ventina di anni dopo.
Eppure.
Eppure io il film l’ho visto, non l’ho vissuto eh già …perché Antonioni, secondo me, è fuor di dubbio un regista eccellente riguardo la tecnica di ripresa, la fotografia, la colonna sonora ecc. ma non sa raccontare.
Il film vive di sequenze slegate tra di loro, sono come dei piccoli atti teatrali e anche Aldo, protagonista assoluto, non sempre mi ha convinto.
Questo però è un giudizio personale perché come ho detto all’inizio il film è considerato un CA-PO-LA-VO-VO assoluto.
Senza dubbio da vedere, un bel macigno sì sì.
Ma ci levo una stella ci levo.
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