Il cinema del maestro Antonioni è un cinema che ha sempre richiesto allo spettatore una profonda sensibilità e un certo impegno nel capire in profondità dei contenuti altamente filosofici e spesso e volentieri non di immediata compresione. Possiamo affermare che Michelangelo Antonioni era il regista di film che si reggevan principalmente su due cose estremamente importanti. Il primo pilastro è il tempo, Antonioni dava estrema importanza al tempo e agli avvenimenti storici. Il secondo pilastro del cinema di Antonioni era naturalmente il lato filosofico. Basta vendere film come "Blow Up" o come "Zabriskie Point" per rendersi conto che il regista attraverso periodi storici importanti, segnati dal "Power Flower" e dalla "controcultura" impregnava i suoi personaggi di sensibilità poetica e di riflessioni altamente filosofiche. Il film che trattiamo ora, "La Notte" è una ennesima dimostrazione di quanto la filosofia unita ad un certo periodo storico era importante per Antonioni. Con un allora sex symbol Mastroianni e una sempre bravissima Monica Vitti, Antonioni nel 1961 dirige un film bellissimo, che come ho detto non punta assolutamente all'intrattenimento ma si riflette verso un pubblico maturo e intellettuale. Va detto che "La Notte" fa parte di una trilogia, "la trilogia esistenziale o dell'incomunicabilità" firmata naturalmente sempre dallo stesso Antonioni.
Siamo agli inizi degli anni sessanta, quindi Antonioni ci trasporta in pieno boom economico, i vecchi lavoratori vedono con occhi spalancati quello che da anni stavano sognando, il benessere, milioni e milioni di lire, feste di lusso che durano notti intere, champagne costosissimi, donne bellissime, bagni in mega piscini sotto la pioggia. Eppure in questo arco di apparente felicità regna la noia, una sconosciuta depressione che travolge gli animi, questo senso si scontentezza riesce a toccare le anime di tutti, dai malati agli scrittori che stanno per diventare famosi come il nostro protagonista (Mastroianni) dalle mogli a ragazze "figlie di papà" che non dovranno mai preoccuparsi di nulla visti i soldi che possiedono. C'è benessere visibile, palese e ovunque, ma è ciò che è invisibile che procura dolore, è ciò che le persone si sentono dentro che non permette di vivere una vita che a vederla dall'esterno promette felicità, spensieratezza e benessere...e invece...niente di tutto questo.
Regna sovrana una certa incomunicabilità tra le persone, ci si sforza di parlare, di giocare, di tradire, di amarsi ma si ricade inevitabilmente nella noia, quella maledetta noia di cui uomini e donne non riescono a liberarsi, e la cosa strana è che questo malessere coinvolge tutti, anche quelli che possono avere tutto. Di conseguenza la domanda di Antonioni, almeno secondo il mio punto di vista è la semplice...perchè ? Se la domanda è semplice, la risposta è difficilissima.
Forse dovremo indagare sul perchè si è creata quella che potremo definire la "borghesia intellettuale" e sul perchè a tutti i costi si deve vivere ponendosi infinite domande e non riuscire mai o quasi mai a darsi la minima risposta. Paranoie e paure che non fanno altro che danneggiare l'armonia che deve esserci in qualche vita, in qualunque uomo e in qualunque donna.
Indubbiamente il cinema di Antonioni è un cinema "cerebrale", infatti quasi mai ha ottenuto il favore del pubblico, d'altro canto però ha sempre ricevuto elogi e riconoscimenti da parte di critici di tutto il mondo e da parte di scrittori e intellettuali non da poco. Basta pensare che Pasolini per questo film spese molte parole e fece una profonda analisi del pensiero di Antonioni sulla borghesia e sul senso di incomunicabilità. Un Antonioni che comunque sarà da esempio non solo a registi americani e inglesi, ma perfino registi proveniente dall'oriente studieranno parecchio il cinema di Antonioni, vedi ad esempio il cinema di Hirokazu Koreda, di Kim Ki Duk...si vede benissimo che questi grandi registi orientali hanno studiato e approfondito in maniera seria e decisiva il cinema di Antonioni, e guardando i loro film si capisce benissimo.
Tutto questo per dire tra le altre cose che non è vero che il nostro cinema, il cinema italiano è l'ultima ruota del carro...magari lo è oggi...ma in passato...il nostro cinema era il migliore in assoluto, abbiamo avuto dei maestri che hann fatto scuola ai registi inglesi e americani; Antonioni, Visconti, Rossellini, De Sica, Fellini, Pasolini...questi erano registi che hanno consegnato al cinema italiano opere immortali e che ci invidiano nel mondo. Che poi noi qui in Italia abbiamo una cultura cinematografica che fa cagare e che per vedere Antonioni devi aspettare le quattro del mattino...quello è un triste discorso. Pasolini per esempio...è nei libri di scuola, tutti dicono grande poeta, grande scrittore, grande intellettuale ma poi quando te lo mandano un film di Pasolini in Tv in prima o almeno in seconda serata ? Mai e poi mai...perchè ? Perchè Pasolini è scandalo, Pasolini è scomodo, con registi come Antonioni, Fellini, Pasolini (sopratutto Pasolini) ho capito come l'Italia si contraddice quando parla bene di questi personaggi, gli esaltano per far vedere e par farsi sentire...ma poi un film di Pasolini in Tv non lo vedi!
Posso capire che il cinema di Antonioni non è facile e non è alla portata di tutti. Però io invito comunque la gente a vedere i suoi film, prima di tutto perchè è giusto consigliare un film diretto da un'artista come Antonioni, poi perchè comunque ci può essere sempre qualcuno, magari un giovane che è aperto a conoscere un certo tipo di cinema dove predomina filosofia, sensibilità e intelletto e quindi il cinema di Antonioni è iper super indicato.
Girato benissimo, attori straordinari, lo stile del regista è come sempre inconfondibile e riconscibilissimo. E' un film lento ma capace di trasportarti in una giornata (quella che vivino i protagonisti del film) che poi starà allo spettaore definirla, se è stata capita, o se è stata totalmente incomprensibile. Un meraviglioso film da non perdere.
VinnySparrow
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