"Sei pazzo, recensire il David? Che competenze hai per un capolavoro del genere?".
"Assolutamente nessuna.. Infatti più che una recensione è una sorta di riflessione".
"E allora perchè cazzo hai scelto proprio una delle opere scultoree di maggior rilievo a livello mondiale?".
"Ma lasciami in pace, fatti un po' i cazzi tuoi, e lasciami scrivere sta recensione".
Punto primo: le scuse..
Meno male che Michelangelo non potrà mai leggere questa pagina altrimenti mi sarebbe corso dietro con un grosso randello (di marmo of course) per sfracellarmi le cervella sul selciato.
Se mi puoi sentire, ovunque tu sia, chiedo perdono sommo Maestro..
Punto secondo: l'Opera
Siamo agli albori del 1500, il Rinascimento abbelliva le città con opere destinate a passare alla storia come alcune tra le più stupefacenti mai apparse prima d'ora, artisti che sarebbero poi diventati vere e proprie divinità in terra, saltavano da una città all'altra, al servizio di famiglie nobili e facoltose che offrivano loro vitto, alloggio, pecunia e, soprattutto, la possibilità di esprimere il proprio genio, dipingendo, scolpendo, progettando e realizzando vere e proprie "opere d'arte" che avrebbero lasciato un segno indelebile marcato a fuoco per l'eternità.
Michelangelo Buonarroti fu indubbiamente uno dei più grandi (non mi sbilancio a definirlo "il più grande" se no qualcun altro dall'aldilà si potrebbe offendere e sinceramente mi basta l'ira del Maestro da me recensito) artisti del'epoca Rinascimentale, un genio assoluto, che ci ha fatto dono di innumerevoli capolavori, tra i più significativi: il "Mosè", la "Pietà", gli affreschi sulla "Volta della Cappella Sistina" e, non ultimo di certo, il "David".
Proprio il "David" vuol essere l'oggetto della mia riflessione recensorea, scolpito tra il 1501 e il 1504, a soli 26 anni, questo gigante di marmo, ricavato da un blocco considerato "inservibile", alto 5,17 mt., solo per l'intuizione sulla distribuzioine del peso per evitarne il crollo, può essere considerato l'opera scultorea più bella di ogni tempo.
Ha resistito a numerosi "attacchi" di scellerati, allo scorrere inesorabile del tempo, ergendosi maestoso come per dire: "Io sono Davide, ho sconfitto Golia e vi guarderò dal mio basamento per l'eternità, mortali", e davanti a questo miracolo in marmo bianco, noi "mortali" possiamo solo rimanere a fissare in silenzio, senza proferir verbo alcuno, solo con sguardo fisso un po' inebetito, bocca semiaperta e rigolo di bava incontrollata che solca gli angoli della bocca.
In silenzio ad ammirare la perfezione delle proporzioni (e adesso niente battute proprio lì eh!), i muscoli tesi e guizzanti, i particolari degli arti, soprattutto delle terminazioni, cosa difficilissima da rendere sia in pittura che in scultura, qui talmente reali da farci pensare che le nostre mani e i nostri piedi siano, come dire, "sbagliati" di fronte ai suoi, i giochi di luce che accentuano i rilievi della muscolatura, addirittura i percorsi perfetti delle vene, l'armonia delle forme, i tendini del collo tesi ad accentuare il capo che si volta quasi di profilo, a guardare sprezzante e fiero l'avversario che, di lì a poco, soccomberà per sua mano.
Una statua talmente reale che, se ci si fa il vuoto intorno e si pone la concentrazione esclusivamente su di essa, si ha la sensazione che, da un momento all'altro, questa possa realmente staccarsi dal basamento e camminare, tanto è alta la risoluzioine di ogni minimo dettaglio e talmente polverizzato il concetto di staticità. "David" appartiene al patrimonio dell'arte mondiale e ne costituisce un caposaldo inarrivabile, mai nessuno riuscirà a rendere in modo tanto simile alla realtà un corpo "imprigionato" nel marmo, sembra addirittura che il "genio" abbia colato una sottile pioggia di polvere marmorea su un corpo di un atleta imbalsamato per riuscire a rendere in quel modo le sembianze umane, solo con l'aiuto di un martelletto e uno scalpello. Impressionante, davvero strabiliante, non trovo altre parole.
Si dice che il "Maestro" abbia compiuto vere e proprie autopsie, non certo autorizzate, per riuscire a comprendere perfettamente e carpire ogni piccolo segreto sull'amalgama di nervi, muscoli, vene, tendini, tessuto, in poche parole, tutto quello che costituisce il "motore visibile" del corpo umano che rende possibile l'armonia, la naturalezza e la fluidità di ogni singolo movimento, tutto quanto fotografato nella mente e immortalato con precisione maniacale nelle sue grandiose opere.
Gli anni passeranno, gli uomini invecchieranno e moriranno, altri prenderanno il loro posto, il ciclo della vita e della morte continuerà sempre inesorabile, il mondo cambierà innumerevoli volte, ma il "David" resterà sempre lì, a sentenziare la sua superiorità sui comuni mortali, a schiacciarli anche solo con il suo sguardo, reso "vivo" dal maestro con un espediente che accentua ancor di più la sua genialità: la perforazione delle pupille per catturare la luce e dare profondità allo sguardo.
E' grazie ad opere come questa che mi sento orgoglioso di urlare al mondo le mie origini.. E' grazie a uomini come Michelangelo che la nostra patria è e dev'essere considerata nei secoli a venire la culla artistica del mondo. Grazie Maestro..
PUNTO TERZO: la riflessione
Ci sono stati attimi nella mia vita in cui ho pensato di aver proprio sbagliato tutto, persino il periodo nel quale son venuto al mondo. Ammirando opere come questa e rendendomi conto dei nobili sentimenti che albergavano nell'animo degli artisti di quei tempi ormai passati, avrei sicuramente preferito nascere dove vi era il culto del "bello", della soave poesia, della letteratura immortale, avere la possibilità di ammirare dal vivo questi geni dare vita a tele, blocchi di marmo, progetti strabilianti per l'epoca e per i limitati mezzi a disposizione.
Cosa lascerò io, o meglio, cosa lascerà questa generazione ai posteri?
Quali opere saranno degne di essere chiamate capolavori? Forse qualcuno, a livello architettonico mi potrà dire: le Twin Towers Petronas, sinceramente preferisco la cupola di S. Maria del Fiore, oppure per la pittura, la transavanguardia, geniale dicono, ma io di geniale sinceramente ci vedo poco, anzi le vedo proprio brutte in confronto a queste, oppure le brutture (anche loro geniali) della scultura moderna, se paragonate a queste non hanno proprio senso di esistere.
"Sì, ma tu devi guardare il contenuto, quello che vogliono esprimere, magari quello che vogliono suscitare in chi le osserva, scioccare, stupire, disgustare, schiaffeggiare, svegliare dal torpore... L'arte ormai è un'altra cosa!"
"Guarda, con tutto il rispetto io ho sempre pensato che l'occhio, quando si parla di arte, vuole la sua parte, anzi la pretende senza sconti e cazzi vari, non mi interessa proprio un belino dello shock e tutto il resto, a me un opera deve suscitare in primis il senso del bello, l'armonia o chiamalo un po' come vuoi, ma io in ste quattro cazzate dell'arte contemporanea, di bello, ci vedo poco. E' un po' come la musica, vedi caro, se voglio ascoltare qualcosa che delizi i miei padiglioni auricolari al massimo metto su Mozart, Beethoven, Bach o mi sparo 'tutte e quattro' le stagioni di Vivaldi, non mi sogno certo di metter su un gruppo black metal che, per quanto possano essere bravi, non riesco proprio da accostarli alla parola musica, abbi pazienza, chiamami bigotto, retrogrado, mammuth, precambriano o come cazzo vuoi, ma è così per me".
Sicuramente ci sono artisti che riuscirebbero ad emulare i capolavori del passato, bene o male lo studio della storia dell'arte passa soprattutto da chi ha fatto grande questo nome, ma oggi si guarda molto di più alla reazione della gente e a cosa va di moda che al gusto del bello, in ogni fottuto campo. Chiamatela arte contemporanea, sbavate pure per questi "capolavori" che di "capo" sinceramente hanno poco o niente, io preferisco tenermi stretta l'eredità che i grandi maestri del passato mi (ci) hanno lasciato e camminare con i paraocchi se oggi mi si spaccia per arte qualcosa che non le somiglia neanche lontanamente e darei veramente qualsiasi cosa per poter carpire il segreto dei viaggi nel tempo e ritornare dove la parola "arte" aveva realmente un significato.
Avrei preferito sinceramente che il Rinascimento, ma non solo, fosse durato in eterno e che le idee e la genialità di un tempo non avessero mai conosciuto la parola "evoluzione", ma che il progreso si fosse fermato lì, qualcuno più in alto avrebbe dovuto porre limitazioni e piantare paletti invalicabili ben conficcati nel "terreno", ne avremmo sicuramente guadagnato, vedendo come siamo piazzati al giorno d'oggi..
Comunque grazie ancora, Maestro, per l'eredità immensa che ci hai lasciato..
Non è che abbiamo saputo proprio farne tesoro a dirla tutta..
Scusaci..
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