Guardala intensamente, anzi guatala. E' difficile trovare una perfezione simile. Cerca di volare al di sopra del brusio della gente. Sollevati oltre il bisbiglio della curiosità e scavalca la furbizia di carta degli scatti furtivi. Prestale i tuoi occhi. Per un periodo indeterminato. Viaggia oltre il confine del tuo cono visivo.

...sono qui, relativamente tranquillo e aspetto. La fionda è adagiata sulla spalla all'altezza giusta. Non corro nessun rischio che possa farmela scivolare di mano. Leggera, ruba alla luce una striscia di pelle. Quasi non la avverto. Sto pensando ad altro...

Osserva il particolare dello sguardo. Sembra voler perforare l'orizzonte, spaccare un obiettivo. Un pizzico di inquietudine gli fa aggrottare le sopracciglia. Inquietudine mescolata con un aguzzo senso scrutatore. Sembra si stia concentrando su qualcosa, centellinando la tensione, valutando il da farsi. Che non è facile.

...non essere troppo sicuro di te, gigante. Avverto il freddo della tua ombra sulla punta del piede più esposto ma non lascio che il terrore detronizzi il coraggio. Neanche io sono troppo sicuro. Mai sottovalutare il nemico. Non puoi mai sapere chi ti trovi di fronte. Con la tua stazza potresti schiacciarmi con l'onda d'urto di un tuo urlo, ma...non esserne poi tanto certo, gigante...

Il torso rilassato, la gamba sinistra che lo insegue. Appena appoggiato a terra il piede sinistro. Il peso del corpo si concentra sulla gamba destra con i muscoli tesi e i gastrocnemi in tiro. La caviglia è compressa nonostante sia appoggiata alla pronunciata essenza di un arbusto. Sapendo ciò che farà, quella gamba suggerirà alla mano appena appoggiata di caricare.

...tu avanzi ed io non mi muovo. La tua ombra mi sta coprendo e il peso dei tuoi passi acuisce la mia inquietudine. Cosa farai appena mi avrai raggiunto? Chi colpirà per primo? Non riesco a sudare malgrado la tensione. Qualcosa mi dice che posso farcela. Non posso certo farti avvicinare più di tanto, ma sono troppo impegnato a prevedere la tua mossa. Allora?...

La mano destra. Bellissima. Il particolare più bello dell'intera scultura. Come ti dicevo, appena appoggiata alla gamba forte, nasconde la pietra che ucciderà Golia. L'impressione, per i fatalisti e i fantasiosi è quella di lasciarla cadere. Non la stringe, sembra volerla abbandonare per poi arpionare il piede destro al terreno, e spingersi con una piroetta verso la fuga. Le dita sono stranamente rilassate e il braccio flette leggermente verso il retro. L'annuncio ad armare la fionda per poi colpire. Le vene che avvolgono il polso e le dita sono gonfie a causa del sangue che giace da troppo tempo in quella posizione. Le manca solo il respiro. Magnifica!

...questa pietra mi si sta sciogliendo in mano. Lentamente sembra trasformarsi in argilla che non intendo plasmare. Questa pietra scotta ma non ho intenzione di mollarla. La avverto su quel ritaglio di coscia inumidito dal suo calore. Spero di fregarti, gigante. Spero che tu non percepisca nulla, che non avverta la presenza di un sasso nella mia mano. Spero di apparire disarmato, inerme, vulnerabile al tuo ghigno presuntuoso. E' ora che agisca prima che sia troppo tardi. Una sola possibilità per annientarti e posso fare appello solo alla mia abilità nel maneggiare la fionda. Mancano pochi secondi e spero di coglierti di sorpresa, di sorprendere le tue intenzioni, di espugnare la tua reazione. Fatti sotto, buffone!

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