Sembrerebbe una storia d’altri tempi eppure il libro a fumetti (!) di Miguel Angel Martin dal titolo  “Psychopathia Sexualis” nel 1996 fu sequestrato e confiscato dalla Magistratura Italiana con l’accusa di offesa al comune senso del pudore (!) e con l’arresto e una multa di 3.000.000 di Lire all’editore Vacca Jorge, della Topolin Edizioni, rea di aver pubblicato l’opera.
Un libro che, nonostante il “Divieto ai Minori di 18 anni” ben esposto in copertina, evidentemente destò parecchio scalpore e perplessità negli ambienti censori di Stato.
Un libro quindi controverso e obbiettivamente “forte”, a tratti davvero disgustoso per i temi trattati.
Volgarità e immagini raccapriccianti secondo l'art.528 C.P. e 15 della legge sulla stampa "...in quanto in essa la violenza (omicidi, squartamenti, suicidi) rappresentata nelle forme più impressionanti e raccapriccianti viene esaltata per soddisfare le più abnormi perversioni sessuali".

Tutto comprensibile anche se la reazione mi è sembrata obbiettivamente esagerata visto la tipologia di opera (un fumetto) firmata dallo spagnolo Miguel Angel Martin (pluripremiato fumettista a livello europeo), lo stesso di Brian the Brain, forse l'opera più conosciuta di lui.

Le storie, disegnate con tratto delicato e quasi infantile, accennano ad alcuni casi di cronaca accertati (e altri inventati ma plausibili), riguardanti patologie sessuali estreme, pedofilia, violenza carnale, deviazioni sessuali e follia erotica ossessiva.
E’ chiaro che l’argomento è “pesante” e poco digeribile ma non dobbiamo nemmeno pensare che tutti i lettori (specie se avvertiti e messi in allarme) siano idioti e non sappiano distinguere una “finzione” letteraria da un chiaro invito all’emulazione.
Se applicassimo lo stesso principio alla letteratura o, peggio, ai film che vengono normalmente proiettati nelle sale italiane, tra horror allucinanti e splatter senza risparmi di amputazioni e violenze, quanti si salverebbero?

L’Editore Vacca, tra sentenze, istanze respinte, accuse, avrà alla fine la solidarietà da molti addetti ai lavori (Milo Manara, Sergio Bonelli) e da vari centri sociali, chiaramente su posizioni anti-censura, il tutto per difendere il fumetto indipendente e la Libertà di Espressione e di Stampa. Il 13 marzo 2001 la Corte Suprema di Cassazione assolverè poi Jorge Vacca, "perché il fatto non sussiste".

Chissà se poi, gira e rigira, questa cosa avrà fatto aumentare l’alone di leggenda attorno a questo fumetto, incrementandone le vendite o no. Chissà.
Sta di fatto che, onestamente, il fumetto in sé è sopravvalutato e strizza un po’ troppo l’occhio al sensazionalismo e alla voglia di shockare ad ogni costo, lasciandoci un po’ di amaro in bocca riguardo l’aspetto puramente letterario ed emotivo di racconti freddi, spiazzanti, cinici e senza alcuna possibilità di riscatto o redenzione.

Un libro che dà (e che mi ha dato) un certo fastidio leggere perchè urta certe sensibilità e perché il contrasto (azzeccatissimo) tra le tematiche “dure” e il tratto quasi naif e infantile del disegno, creano una miscela esplosiva che va dritti all’obbiettivo: scandalizzare e provocare, indubbiamente "disturbare".

Questo libro o lo si ama o lo si odia.
L’indifferenza è pressoché IMPOSSIBILE.

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