Mike Bloomfield, gli Allman Brothers, Johnny Winter, i Canned Head, Stevie Ray Vaughan, negli anni 60 - 70, esplorando nuove vie, produssero un profondo cambiamento nel Blues americano, realizzando il rinnovamento del genere. Questi illuminati chitarristi, furono gli artefici del blues revival made in USA, più teso ed essenziale, differiva alquanto da quello britannico. Willie Dixon, John Lee Hooker, Muddy Waters, avevano trovato i loro degni successori.

Il Blues è la più genuina rivelazione di quello che si prova nell'anima, una forma di linguaggio senza confini e limiti, capito davvero, da chi riesce a trovarlo in ogni espressione musicale. Bloomfield l'aveva capito, diceva che suonando il blues, cercava di esprimere i sentimenti più nobili dell'uomo. Chitarrista dal talento purissimo, sempre alla ricerca della nota magica, anziché essere un semplice interprete, dava nuova veste alla musica, trasmettendo emozioni, le stesse emozioni che provava su sé stesso. Suonare fu il riparo dalle avversità che la vita gli aveva riservato, ma lo fece sempre evitando scivoloni nel formalismo, senza badare ad un facile successo, a scapito della propria coerenza. Il volo del chitarrista nel cielo della musica afro, raggiunse i suoi vertici, prima con Paul Butterfield, che originò una perla del valore di "East West" tredici elettrizzanti minuti di crescente frenesia, che amalgamava perfettamente psichedelia all'estro del jazz. Poi, nel 68, insieme ad Al Kooper e Steve Stills, realizzò la pietra miliare "Super Session". Ancora, nel 69 ci regalò un altro gioiello, lo stupendo "Live At Bill Grahm'S Fillmore West". Solamente questi tre lavori, bastano per farne un musicista di culto sulla scena internazionale.

La splendida raccolta, "Don't Say That I Ain't Your Man -- Essential Blues 1964-1969" è un disco che coglie l'artista nei suoi momenti migliori, ottimi arrangiamenti, sensibilità, creano un clima denso, e sensazioni eterogenee. Alcuni pezzi sono ricchi di sfumature funky e jazz, i colori del suono della sua chitarra sono una continua riscoperta. "If Got You In The Palm Of My Hand" "Feel So Good" tese ed incalzanti, "I Got My Mojo Working" è un classico che può rivaleggiare con la più famosa versione di Muddy Waters. "Albert's Shuffle" trova la vena poetica di Bloomfield allo zenit. "Don't Say That..." è un disco che suggella la sua carriera, un fiore dal profumo inebriante.  

PS: La raccolta comprende cinque inediti registrati con l'armonicista Charlie Musselwhite. PS: 2 Non ho citato Jimi Hendrix perché a mio parere, merita un discorso a parte.

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