Dietro il nome "McGear" si è celato fin dagli inizi di carriera Mike McCartney, fratello di due anni più piccolo di Paul. Mike ha portato avanti un'attività parallela a quella del più noto fratello nel mondo musicale con il gruppo The Scaffold, curioso insieme di artisti che fondeva musica, poesia e recitazione. Con il nome d'arte ha dimostrato fin da subito di non voler dipendere dalla luce riflessa di Paul dedicandosi ad una propria visione della musica che lo ha portato ad avere discreto successo di critica. Nel '72 il primo lp lontano dagli Scaffold, "Woman", nel '74 invece scrive insieme al fratello il materiale per il suo secondo lavoro, "McGear".
"McGear" si presenta subito come un disco decisamente interessante e curioso, appartiene a quei lavori paralleli di Paul McCartney non molto noti ma importanti perchè contribuiscono a incrementare le già innumerevoli facce di un'attività incessante, soprattutto negli anni'70 che rappresentano una fonte quasi inesauribile di materiale dell'ex-beatle. Inciso negli Strawberry Studios questo disco vede la collaborazione attiva non solo di Paul ma anche dei suoi Wings, Linda, Denny Laine e Jimmy McCulloch. Per problemi legali McCartney non compare come musicista ma solo alla produzione, in verità suona in tutti i brani ed è ai cori in molte occasioni. Collaborano inoltre i membri dei 10cc, Kevin Godley e Lol Creme e l'ex drummer dei Wings Denny Seiwell, alla batteria in "Leave It". Si parte con un brano di Brian Ferry, "Sea Breezes", canzone dalla riuscita complessiva molto buona, toni magniloquenti di grande impatto a cui segue una parte dai colori reggae. Segue un inedito di Paul, "What Do We Really Know"; questo travolgente funky-rock vede protagonista la chitarra di Jimmy McCulloch e il basso pulsante di Paul, il canto di Mike è incalzante nei pochi versi. "What Do We Really Know" è un valvola di sfogo nella produzione di Paul, sotto alcuni aspetti ricorda l'inedito "Night Out" del '73 e anticipa il delirio di "Robber's Ball", è assurdo che sia stata dimenticata dal suo autore. Si passa poi a canzoni più tradizionali come "Norton" o la piacevole "Leave It". "The Casket" è una ballata dai toni particolari, un po' folk irlandese e un po' standard italoamericano di inizi '900, si chiude con "The man Who Found God On The Moon", splendida e malinconica dedica all'astronauta Buzz Aldrin scritta a quattro mani dai due fratelli McCartney.
Il disco viene completato dalla bella copertina, un Mike versione Gulliver è circondato nella sua Liverpool da tanti personaggi, facilmente distinguibili Linda a cavallo, Denny Seiwell seduto a terra, Paul in basso a destra, i genitori James e Mary e molti altri. Il disco non vendette molto, originale è un buon pezzo da collezione, ne esiste comunque una ristampa su CD del '92 che include due b-sides.
Elenco e tracce
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