Premessa: se non amate la chitarra elettrica, acustica, classica suonata con enfasi e con molteplici tecnicismi da Shredder cambiate rece. Questo album non fa per voi!

Dopo alcuni lavori di "secondo piano" esce finalmente il disco di uno dei chitarristi che, a mio avviso, è tuttora uno dei più tecnici ed espressivi del panorama mondiale. Ovviamente per tutti i non addetti ai lavori il suo nome e quello del suo lavoro risuona tanto strano quanto sconosciuto; lui è Milan Polak, il suo disco "Dreamscapes". Appena vedi il cd ti sembra strano come l'Austriaco Polak prenda spunto dai famori orologi molli dell'opera: "La persistenza della memoria" di Salvador Dalì sostituendoli con la sua chitarra, ma durante l'ascolto cominci a capire che la scelta di Polak non possa essere delle più azzeccate; l'Austriaco infatti riesce a far sanguinare le corde della propria Peavey tirando fuori delle sonorità favolose. Non importa se quest'ultimo suoni acustico, classico o elettrico, il risultato è lo stesso; feeling e tecnica elevate all'ennesima potenza.

L'album distribuito dalla Lion Music (non nuova nella distribuzione di fenomeni come Milan) consta di 13 tracce che si articolano nei generi più disparati ed ciascuna e degna di attenzione:
Panic Room: inizio molto duro con una chitarra abbastanza pesante che si addolcisce leggermente durante la traccia per lasciare spazio ad infiniti virtuosismi ed in special modo"legati" e plettrata alternata, portati alla velocita' del suono...
GirlFriends: una ballata lenta dove sorgono di tanto in tanto inserti tecnici, veramente bella e toccante. (tanto per dire che gli Shredder sanno fare solo esercizi da conservatorio);
Spanish Romance: questo è Flamenco con la "F" maiuscola fatto con le palle, ottima chitarra classica suonata con frasi tipiche Spagnoleggianti e non! (Sweep). Milan duetta con se stesso in una serie di botta e risposta che hanno dell'incredibile.
Quicksilver: sembra il sequel di "Surfing with The Alien" di Satriani, ma credo che il nostro Polak abbia volutamente preso spunto dal Capolavoro dell'Italo-Americano per produrre questa track. Rock in 4 quarti molto molto spinto e tecnicismi a go go.
SlowGold: bellissima ballata lenta con una chitarra incantevole che tocca i tasti giusti e non eccede mai nella tecnica, nella distorsione e nel volume trasportando l'ascoltatore verso un crescendo che esplode con virtuosismi tipici alla Vai o Vinnie Moore, anch'essi perfetti e mai eccessivi.
Contrappunctus III: Die Kunst der fuge - J.S.Bach, chitarra classica... non aggiungo altro.
Shadowdance: TRaccia dura con ritmiche a pratti progressive dove Polak  può "sfogare" la sua tecnica dopo i vari pezzi più melodici sopracitati.

Ragazzi, veramente un disco bellissimo di un artista che spero conoscerà fama e popolarità a livello globale. Un tizio così se lo merita proprio. I Migliori 18 euro spesi da diverso tempo.

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