"Amandla"  è il nome di questo lavoro, che rappresenta il punto di arrivo alla sua inevitabile conclusione, dell'itinerario musicale e artistico di uno dei più grandi innovatori della scena jazz mondiale. Miles Davis, trombettista e compositore, considerato musicista geniale e figura di rilievo della seconda metà del 1900, giunge alla fine della sua carriera stroncato dall'alcool, dalla droga e abbattuto psicologicamente da crisi depressive che lo opprimevano oramai da molti anni. Il periodo dell'"ultimo Davis " ha inizio nel 1981 anno di pubblicazione di "The man with  the horn"; è il periodo più controverso e forse il meno felice di tutta la carriera del musicista, periodo in cui pubblico e critica si dividono inevitabilmente tra chi sosteneva l'operato del nuovo gruppo di Davis , e chi affermava che oramai il trombettista era ridotto all'ombra di se stesso. Nonostante le critiche mosse al musicista e ammettendo comunque che capolavori come "Kind of blue" e "Bitches brew" erano un ricordo oramai lontano, bisogna però guardare obbiettivamente  a questi anni per rendersi conto di come la stella di Miles Davis non aveva ancora smesso di brillare, il suo talento aveva ancora delle sorprese da riservare anche grazie al sostegno e l'aiuto dei validi collaboratori dei quali si circondava. "We Want Miles", "Star People", "Decoy","Tutu", e "Amandla" sono cinque bellissimi episodi musicali in cui il jazz si sposa meravigliosamente al funk e al blues, pieni di tocchi di classe e di splendide idee melodiche con un occhio di riguardo nei lavori più recenti anche all'uso dell'elettronica.

Come per la pubblicazione di "Star People", fu importante la collaborazione di Davis con il chitarrista John Scofield, che ha valso il suo ingaggio nel gruppo solo per la composizione della splendida "Title Track", ancor più importane fu la presenza del bassista e Pluristrumentista Marcus Miller per la realizzazione di "Amandla", il quale oltre ad esserne produttore ed arrangiatore ne ebbe  ruolo fondamentale anche per l'aspetto compositivo, fu quindi autore della maggior parte delle composizioni presenti nell'album.

Fin dal brano d'apertura "Catèmbe", un Funk dai toni orientaleggianti ci si rende subito conto di come gli arrangiamenti abbiano sposato l'uso indiscriminato di campionamenti ed effetti elettronici; la tromba del maestro suonata con la sordina è la protagonista in questo teatro di suoni e colori squisito e prezioso. Spalleggiato dal sassofono di Kenny Garrett il maestro interpreta raffinate composizioni dall'indubbio spessore emotivo come "Hannibal" e"Amandla" per poi passare a "funk" più acidi come "Big time" che ricordano molto il clima che si respirava in "Decoy". Partecipano, come sempre, alla registrazione di "Amandla" un cast di ottimi musicisti: Oltre Garett; Davis e Miller, Gorge Duke alle tastiere, Joe Semple al pianoforte, Paulinho De Costa-MinoCinelu-Don Alias alle percussioni, Omar Hakim alla batteria e Steve Khan alla chitarra. In ogni singola composizione regna la semplicità e il buon gusto, il minimo rischio di cimentarsi in futili virtuosismi è scongiurato sia dal Maestro che dalla mano invisibile ma indispensabile di Marcus Miller.  La bellissima "Mr Pastorius" è un tradizionalissimo brano jazz composto da Miller in memoria di Jaco Pastorius morto nel 1986 cioè pochi anni prima della pubblicazione di "Amandla", unico brano in cui Davis leva la sordina alla sua tromba, esegue il tema, e si lancia nel solo, ricordandoci e probabilmente ricordandosi gli anni più belli e oramai passati della sua splendida ed ineguagliabile carriera

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