Ogni volta che la puntina del mio giradischi scende su "On The Corner" mi aggrappo come ad un filo d'Arianna, al ritmo del charleston che, cattivo e paranoico, mi accompagna lungo questa fantasmagorica Babele di suono.

Eh sì, perchè intorno ad esso è tutto un ribollire di wah wah e fiati, un fiorire di flippatissimi suoni cartoon ed un esplodere di percussioni ultra-esotiche.

Tutto contribuisce a creare uno stato di trance: dalle chitarre di John McLaughlin e David Creamer, che producono un costante conato aritmico, ai Fender Rhodes di Chick Corea e Herbie Hancock che sbuffano indiavolati, al basso di Michael Henderson, borbottante come un vecchio brontolone sdentato. In tutto questo, la tromba-wah di Miles è "operaia", lavora di squadra, profondendo acido su acido. I suoi rari assoli sono come una spezia pregiata sulle occasionali aperture mantriche di sitar e tablas.

"On The Corner" trasuda negritudine, è uno sputo funk sulle anime candide del jazz. E' un disco dalla dinamica straniante, che si rilancia in continuazione, senza sosta; e arrivi alla fine che sei svuotato, esausto e guardi stordito il filo d'Arianna che ti ritrovi tra le mani...

Elenco tracce e samples

01   On the Corner / New York Girl / Thinkin' of One Thing and Doin' Another / Vote for Miles (19:59)

02   Black Satin (05:20)

03   One and One (06:09)

04   Helen Butte / Mr. Freedom X (23:18)

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Altre recensioni

Di  Fagen85

 La genialità di Miles Davis non ha mai conosciuto limiti.

 On the corner scatenò un vero e proprio terremoto mediatico fra i critici più bigotti i quali si sbagliavano di grosso.