Milo Manara è uno dei più bravi disegnatori di "topa" italiani.

E questo è fuori discussione. La sensualità e l'eros che riesce a infondere lui nelle sue creature disegnate non lo sa fare nessuno (Serpieri e la sua Druuna gli si avvicina molto) e la sensualità delle sue disinibite eroine ha fatto sognare migliaia di italiani (e non) sparsi per mezzo globo. Il vero limite dell'autore veneto, a mio mosdesto avviso, sta però nella sceneggiatura e nei dialoghi. I libri di Manara si comprano quasi esclusivamente per i disegni perché la sceneggiatura dei suoi racconti (ad opera sua) è quanto di più lacunoso, fariginoso e incongruente si possa leggere. Salti temporali, errori di sequenzialità, dialoghi al limite della banalità.
Prendiamo questo "Il Profumo dell'Invisibile" (da cui poi, grazie al successo di copie vendute, verrà tratto anche il volume 2).

A parte il cuore dell'idea, non nuovissima (si citi "L'uomo invisibile" di H.G.Wells del 1881!!) il resto è un mix di luoghi comuni e ideine sparse qua e là nel racconto che, come tutti suppongo sanno, è incentrato su quello che potrebbe accadere se un giorno uno scienziato (brutto e pazzo... toh che novità!) scoprisse una formula per diventare invisibile.
La sostanza magica viene casualmente a contatto con una bella topa (chiamata Miele e che è la sosia della bella Kim Basinger reduce dal successo di "9 settimane e mezzo") che, da lì in poi, ne combinerà di tutti i colori pur di permettere al bravo Milo di gasarsi con inquadrature pruriginose al limite dell'hard e aspetti vojeuristici degni del peggior (miglior?) pervertito sessuomane. Si scatenerà così in piccoli episodi sfilacciati, interessanti dal punto di vista grafico ma abbastanza puerili (in termini di spessore culturale) per quello che riguarda il gusto della narrazione.
Opera che, ripeto, a lui viene da Dio e non si torni più sull'argomento figurativo del Maestro.

Manara non è Proust e nemmeno Hemingway, purtroppo, solo che, presa coscienza di questo, sarebbe stato più saggio e umile affidarsi a sceneggiatori di spessore che sappiano scrivere una sequenza e sappiano rendere interessanti i dialoghi che, per essere dei fumetti, non sta scritto da nessuna parte che debbano essere dedicati a ragazzini semi analfabeti o a segaioli con la licenza media, no?

Il primo episodio de "Il profumo dell'invisibile" sarà pubblicato nel 1986 per la rivista francese l'Echo des Savanes che lo commissionerà a Manara in seguito al clamoroso successo de "Il Gioco", la sua opera forse più famosa. Opera questa che, pure in quel caso, non ha in se nulla di originale, salvo far leva sul desiderio vagamente misogino di "controllare la sessualità di una donna" tramite un telecomando inventato dal solito scienziato pazzo (Toh... questa mi pare di averla già sentita!!). Ma questa è un'altra storia e qualcuno prima o poi ne parlerà.... :-)))

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