Su questo la sparo grossa: è il più bel disco di psichedelia che abbia mai sentito, TIE’.

E meno male che è un mini lp: tanta roba, completo, è il full optional della psichedelia, in meno di mezz’ ora sei bello che cotto. Il guru della rivelazione corrisponde al nome di Mark Nine, illuminato della chitarra nell’ Agharti del sottobosco di Los Angeles.

Brevemente: Mark9 lo troviamo già dai primi anni ’80 impegnato in registrazioni con il poeta metropolitano Randall Kennedy e una musicassetta dei Galaxie of Prizes, dove constatiamo una brillante realtà. Pezzi clamorosi come “A Rise From The Ruins”, Never Ending Night”, “Heroin”, sono documentati su “Viva Los Angeles”, quella magnifica compilation del 1986 uscita per la Viva Records di Roma, un evento che riconosce quella polveriera (esplosa) che fu poi la trance californiana.

Maestro di chitarra, anche di John Frusciante, e tante altre cose, Mark Nine è un venditore di quegli occhiali con i quali “riuscivi a vedere attraverso i vestiti”, pubblicizzati insieme ad altri inverosimili gadgets sull’ ultima pagina di rivistacce degli anni ’70. Solo che stavolta gli occhiali funzionano: i Ministry Of Love scandagliano minuziosamente, fornendo uno spettro completo, il mondo psichedelico.

Sono coadiuvati da una presenza importante: l’ apparizione di William Faircloth, futuro cantante dei Red Temple Spirits, altro gruppo coi controcoglioni nel diffondere il verbo lisergico. William presta quella sua perfetta voce e completa il misfatto insieme col batterista Roger Beall.

La formula è geniale e quanto mai semplice: suonare la vecchia psichedelia degli anni’60 con piglio futuristico. Sembra facile, eh? Chiamiamola semplicemente neopsichedelia.

I passaggi catartici elettrificati proposti in maniera lucidissima, di tutte le composizioni, coinvolgono pienamente smuovendo corde dei chakra più bassi fino ad arrivare alla pineale. La scaltrezza nel suonare la chitarra di cotal Nine è disarmante: evoca lo spirito di Jimi e di tutti quelli che con lo strumento hanno un rapporto carnale.

Prodotto dalla propria etichetta, la Underworld Records, vinile verde trasparente screziato con striature nere (c’ è anche la versione blu), la solita tiratura limitata di 1000 copie, se ci arrivano, fotografia caleidoscopica del combo dove ti invitano nello specchio di te stesso: trasuda da tutte le parti la voglia di fendere regioni inesplorate della nostra psiche con una sana scossa ad alto voltaggio.

Dopo alcuni ascolti te lo tira fuori il sorrisetto buddista:nel primo pezzo, la rasserenante “Nuclear Stone Age”, si parte con un biglietto di presentazione che ci pone sul chi va là, ma è già nel secondo brano, la galoppante “Psychic Nation”, che ci fanno esclamare Me cojoni! Chiude la prima facciata una ballata mantrica di siderale bellezza: “You’re Not On Your Own”. Sul secondo lato “Living In The Moment” potrebbe suscitare reazioni del tipo: “ammazza che pippa...” ma è talmente cullante che rimarremmo nell’ illusione se non riuscissimo ad affogare con abbandono in questo liquido oppiaceo.

E per finire la stratosferica “This Magic Kingdom” dove il Nine polistrumentista, facendo tutto lui, superbamente ci scarica addosso una doccia acida corroborante. E pensare che al tempo avremmo potuto usufruire per posta del suo corso di chitarra, 400 pagine di lezioni, il famigerato MEGAMETHOD!

Ed eccoli infine sulla foto del retrocopertina seduti sul divano zebrato, estatici a loro modo, con l’ impressione che ci vogliano dire: “Venite a spasso con noi?”

Peace & LSD a tutti!

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