"Io non suono rock'n'roll, solo blues nudo e crudo." (Mississippi Fred McDowell)
Fred McDowell era uno tosto. Classe 1904, una vita spesa a lavorare nei campi e a suonare per qualche dollaro nel weekend, per strada o a qualche festa di paese. Inizia con una chitarra a 14 anni e, come disse lui stesso "Ho cominciato usando l'osso di una bistecca come slide". Questo si pappa te e tutti i tuoi costosissimi inutili pedalini in un boccone solo.
Non ringrazieremo mai abbastanza Alan Lomax per aver registrato McDowell. Da quando venne scoperto (e non ri-scoperto, come accadde a Skip James, Son House o Mississippi John Hurt), nel 1959, furono in molti ad accorgersi di Fred. E basta ascoltare questo disco per capire perche': una slide guitar tagliente piu' del Miracle Blade, una voce annerita dal fumo che sputa testi da cui saranno in molti a copiare. Titoli come "61 Highway" vi suggeriscono qualcosa?
Siamo nel 1970 quando il buon Fred entra in studio per l'ultima volta prima che gli venga diagnosticato il cancro che lo condurra' alla morte e spara le sue ultime cartucce. E saranno parecchi a cadere sotto i colpi di qeusto vecchio bastardo, al quale non frega nulla di modernizzare il proprio suono. Ha suonato questo tutta la vita e sa benissimo di farlo meglio di chiunque altro.
Come molti bluesmen, prende un po' da tutti e rielabora, nel suo stile. Abbondano gli standard: la classica "Baby Please Don't Go"; "Glory Hallelujah" altro non e' che "Since I've Laid my Burden Down", spogliata della dolcezza della piu' celebre versione di Mississippi John Hurt; "Good Morning Little Schoolgirl", di Sonny Boy Williamson; questa versione in particolare mi ha colpito: la sua voce, sembra quella di un uomo maturo che non ha perso il vizio di correre dietro alle ragazzine, con una voglia perenne di ingravidarne una.
Ma le vere perle sono i pezzi scritti da McDowell: "Write Me a Few of Your Lines", "Kokomo Me Baby" (entrambe poi coverizzate da Bonnie Raitt). Ma soprattutto "61 Highway", e qui si parla di leggenda. Basta ascoltare le parole per rendersi conto che Dylan in fondo non ha fatto altro che portare a estreme conseguenze un certo tipo di linguaggio, deformandolo e rifrangendolo, magari con l'aiuto di una "handful of rain". Ma i presupposti c'erano gia' tutti.
Unica pecca: manca la minacciosa "You Gotta Move", forse la canzone piu' celebre del vecchio Fred, grazie alla cover fatta dai Rolling Stones su "Sticky Fingers" ( che McDowell disse di apprezzare molto ).
Se volete un disco di blues con le palle, ora sapete dove guardare: "just call for Mississippi Fred McDowell"
"I started school one Monday morning,
Lord, I burned my books away.
I started school one Monday morning, baby
I burned my books away.
I wrote a note to my teachers:
"I'm gonna try 61 today"
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