La band vicentina torna sulle scene dopo oltre 8 anni di assenza (un’era in campo della musica se pensiamo che a quel tempo ancora non esisteva lo streaming musicale) dopo 4 album in studio ed una notorierà raccolta con i dischi “Virus” ed “Edgar” nei primi anni duemila.

Con “Superego” la band conferma una caratura superiore alle nuove leve del rock alternativo sia nel songwriting, sempre minimale e ficcante, che negli arrangiamenti, dove avviene una vera e propria svolta con l’approdo all’elettronica più elegante e minimale. I riferimenti sonori sono ai Radiohead di “Kid A” o ai Depeche Mode: brani come “Wo” o “Vocobass” ammaliano con sonorità glaciali (così come al ghiaccio richiama l’ottimo packaging costruito su una foto del visionario artista Lamberto Teotino). Le più aggressive “Cane Alpha” e “Arpa” tengono la band su binari più consoni al loro repertorio anche se non mancano in molti brani parti più rock ed abrasive.

Un disco viscerale, non immediato, che probabilmente non sentire mai in radio come ai tempi di “Blackout”, ma che entra sottopelle e lascia il segno. Inediti invece per la band i brani “Anima” (interamente al pianoforte) e “Circofante”, una marcetta con significati reconditi messa in chiusura del disco.

Con la penuria di band (buone) che si esprimono in lingua madre i Mistonocivo rimangono una boccata d’ossigeno per gli amanti dell’alternative rock di qualità.

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