Durante il “tempo libero”, Nick Oliveri – colui che fu cacciato dai dissennati Dwarves, per essere troppo estremo – oggi bassista dei QUEENS OF THE STONE AGE e già dei KYUSS, si diletta a partecipare a progetti con diversi musicisti. MONDO GENERATOR è certamente il progetto che più visceralmente appartiene a Oliveri e per chi ne conosce la fama, l’ascolto può confermare che questo disco sia squilibrato come il suo autore. In compagnia di Josh Homme (QOTSA, KYUSS) nel 1997 Oliveri registrava i primi pezzi che però solo nel 2000 vedevano la luce nell’album COCAINE RODEO.

Oggi a tre anni da quella uscita e dopo il grande successo ottenuto con i QOTSA, Oliveri si rilancia nell’avventura più folle che avrete mai sentito. Nuovamente coadiuvato dagli amici di sempre Homme e Lanegan (cantante degli Screaming trees) Oliveri colpisce di nuovo nel segno, permettendosi persino di cimentarsi, e con notevole successo, nell’esercizio delle ballads. Malgrado ciò, con i MONDO GENERATOR Oliveri si lascia completamente andare, mettendo insieme una collezione di pezzi da volta stomaco. A Drug Problem that never existed è composto da brani diretti, brevi, bizzarri e selvaggi che tendono a sfociare nell’insano. Sesso, droga e follia la fanno da padrone e già i titoli dei brani parlano da soli Meth i hear you calling, Open up and bleed for me. L’apice è comunque raggiunto quando compare la epica voce di Lanegan nella bellissima chiusura Four corners.

Elenco tracce e video

01   Meth I Hear You Callin' (01:13)

02   Here We Come (01:40)

03   So High, So Low (02:35)

04   Do the Headright (02:34)

05   Open Up and Bleed for Me (03:18)

06   All I Can Do (02:43)

07   F.Y. I'm Free (02:12)

08   Detroit (03:00)

09   Me and You (02:12)

10   Like You Want (02:07)

11   Girls Like Christ (01:39)

12   Day I Die (02:56)

13   Jr. High Love (02:00)

14   Four Corners (05:33)

15   [Coming Summer 2003] (01:55)

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Altre recensioni

Di  vv

 Dal titolo capiamo subito lo spirito ironico e burlone del nostro bassista amante degli eccessi.

 Ciò che come 'capriccio' può risultare simpatico e quasi avere un senso, non trova lo stesso riscontro se posto in un contesto musicale più serio.