Questo disco è già stato recensito lo scorso novembre dal buon Ginopilotino, ma non ha stranamente trovato riscontro alcuno tra le sofisticate menti debaseriane. Vediamo se al secondo tentativo avrà più fortuna o se rimarrà una chicca riservata agli affezionati dell'indie pop. "The Bright Carving" è l'album d'esordio dei MSdU, band di Sheffield, e rivela un talento ed una freschezza poco reperibile sull'attuale panorama d'oltre Manica.
Quando l'umor grigio ci attanaglia e fuori piove, quando si vuole staccare la spina e rilassarsi con qualcosa di caldo e morbido, quando si è stufi dei suoni elettrici, sintetici o plastificati, ecco allora che la scimmia giunge a sorpresa nelle nostre case per digerire l'universo che ci opprime, con una semplicità disarmante che fa gridare al miracolo. Qui di effetti speciali non vi è traccia, tutto è squisitamente puro ed umano, niente manipolazioni nè macchinazioni, solo sponteneità e sano artigianato. Chitarre rigorosamente acustiche, fiati, archi e voce femminile (simile a tratti nello stile a quella di Cat Power) sono gli ingredienti principali di questo prodotto genuino, preparato secondo le tradizionali ricette musicali, lontano anni luce dalle moderne pozioni "OGM" che imbastardicono gli odierni scaffali da cui attingiamo come telecomandati.
L'iniziale "Sheffield Shanty" è una dedica alla città natale, piovosa e malinconica, addolcita dalle lievi note della slide guitar e dello xilofono, la successiva "Martin" vede la batteria fare la sua comparsa, mentre la voce disegna una melodia dall'appeal irresistibile, "Jimmy Down The Well" è un folk scanzonato che spazza le nuvole dal cielo, "Down" invece ci riconduce su territori piovosi ricoperti di foglie ingiallite, "Fonz You!" è la canzone più allegra e leggera del lotto, da fischiettare e ballare durante i pic-nic primaverili, la finale "Beautiful Never" è una stupenda ballata che gentilmente ci accompagna lungo il viale d'uscita, dove ci attende nascosta, la voce stonata e sgraziata del giardiniere (o stalliere chissà?) che vuol raccontarci anch'egli la sua storia prima che l'universo torni a brontolare nello stomaco.
Quindi, se non lo avete ancora fatto, concedete una chance alla scimmia, vedrete che non vi deluderà, al massimo potrete riporla nell'armadio, in attesa del prossimo inverno, ammesso che l'inverno esista ancora.
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Altre recensioni
Di feelingsinister
Questo disco è di una maturità e semplicità pop spaventosa tanto da farci domandare come mai non sia già stato scritto!
Un indie pop confidenziale algido, acustico e caloroso come una coperta colorata di lana dove rinchiudersi contro i rigori dell'inverno.