Il disco in questione è un'interessante opera filologica. Il buon Marco Morgan Castoldi va a reintrepetare completamente un disco difficile complesso e profondo quale "Non al denaro, non all'amore né al cielo". Non conosco abbastanza l'originale di De André per permettermi di fare un'analisi approfondita e comparata di questo cd remake. Conosco invece piuttosto bene l'opera di Morgan e posso capire cosa cambia all'interno dei pur rispettosi arrangiamenti e quale perfezionismo da topo di studio adotta e dove inserisce dei sinth al posto di trombe?
E di interessanti spunti morganiani questo cd è pieno. In "Un matto" l'ispirazione è completa e ad una rilettura perfetta e leggera si sposa un notevole trasporto nel canto una sorta di empatia con il tema ed allora Morgan diviene delicato interprete psichedelico - basta pensare a "The Baby" o a "Se (if)" entrambe contenute in "Canzoni dell'appartamento". Nella successiva "Un giudice" la voce si fa autoritaria come mai in precedenza ma qui si rivela il genio dei sintetizzatori coi quali copre in maniera discreta lo scheletro ritmico trascinante del basso. L'andatura aumenta inesorabilmente e con lei la voce esplodendo dopo due minuti in una grande apertura chiaramente coronata da poderosi sinth senza mai calar la tensione torna il canto che si fa grandioso e orgoglioso sorretto da un coro di tenori e tutto termina con un giocoso delirio di flauto. Meno personale e meno riuscito è "Un blasfemo". Sa di non poter osare nessun nuovo arrangiamento e la voce non raggiunge l'epica disincantata di De André; l'impostazione di Morgan è troppo novecentesca per poter dare tono ad un personaggio così romantico. Il nostro si carica nuovamente nel finale di "Un medico" e di seguito in "Un chimico" e senza stravolgerle dà loro una bella spolverata. Con "Un ottico" e i quattro clienti a cui è dedicata una mini-canzone a testa si chiude la galleria tratta dalla celebre "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters ed il climax produttivo/alchemico dello "spacciatore di lenti" è reso alla perfezione con impeto esclusivamente morganiano.
Complessivamente l'album merita dimostrandosi sicuramente temerario, spesso innovativo, nonostante cada ogni tanto a livello di un ottimo lavoro d'artigianato forse più interessante per l'artista che per il pubblico. In Genere potete inserirci: cover di De André fatte da Morgan
Elenco e tracce
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di ma3x
Se il clone (o la cover-album) è tanto simile all'originale, devo essere proprio un patito del genere per pagare un totale di 17 euri per avere tale prodotto.
Bello, molto bello, ma solo perché l'originale è bello, molto bello, dunque da bastardo lascio a te l'ardua sentenza.
Di Francesco Genovese
La musica italiana rinasce insieme ad un memorabile album di Fabrizio De Andrè, tutto questo grazie a Morgan.
Conoscere De Andrè è un’avventura meravigliosa nel mondo della buona musica e dei poetici testi.
Di Ginger Drummer
Morgan ha mostrato con questo disco il suo lato da cantautore, interpretando un disco che egli ha amato, e lo ha fatto con risultati a dir poco eccezionali.
Un disco di una bellezza cristallina, reso ancora più meraviglioso dal lavoro sui suoni effettuato dal musicista milanese.