"Tyger! Tyger! Burning bright

In the forests of the night:

What immortal hand or eye

Could frame thy fearful symmetry?"

( Wiliam Blake)


Dalle foreste della notte può nascere ogni cosa: una tigre, un singhiozzo, un riso o una poesia.

Ma dalle foreste della notte può nascere anche "Good", uno degli album musicali più affascinanti e geniali degli anni 90.

"Good" è il primo tassello dei Morphine, gruppo che dal 1992 al 1999 - fino alla morte del loro sfortunato leader Mark Sandman - portò avanti un geniale percorso musicale, un incredibile viaggio mistico nella notte e nei meandri dell'anima umana.

Dare una definizione al genere musicale dei Morphine sarebbe quantomeno difficile e limitante, ma senza esagerare potremmo dire che loro musica si poneva l'obiettivo di convogliare elementi rock, jazz e blues in una salsa più unica che rara.

D'altronde il nome del gruppo dice tutto: la loro musica doveva essere una morfina per l'anima umana, un'anima straziata dalle preoccupazioni e dalle ansie giornaliere che all'improvviso di notte ritrova la pace con se stessa e con il mondo.

Basta poco ai Morphine per suscitare la catarsi dell'anima: in genere una batteria, un sassofono e un basso a due corde. Quest'ultimo è l'essenza stessa della poesia di Sandman, ancora più della sua calda voce che lo accompagna nei meandri della notte.

Un basso che a volte sembra piangere, altre danzare sotto le stelle e ancora altre gioire per la luce lunare che illumina i tetti delle case diroccate.

Non c'è un pezzo di "Good" che non brilli di luce propria: ogni brano è un piccolo spaccato delle foreste notturne in cui si agita la tigre di Blake.

"The saddest song" è il testamento spirituale di un uomo piegato dalla disperazione, "Have a lucky day" la risata di un accanito giocatore d'azzardo, "You look like rain" una poesia sussurrata delicatamente all'amante, "The only one" il canto di un'anima che veglia sulla città e "The other side" un viaggio mistico nelle ore più buie della notte.

Ogni pezzo è una sfumatura della notte, il racconto di un'anima notturna, un sussurro del vento che riscalda il cuore dell'ascoltatore.

Nonostante "Good" rappresenti soltanto la prima tappa di un sensazionale viaggio musicale, è sicuramente l'opera più ispirata e coinvolgente dei Morphine; una tigre che - per quanto a volte lo sbrani, altre lo coccoli - allevia i tormenti dell'anima dell'ascoltatore.

“Good” è un’esperienza di vita che merita di essere fatta almeno una volta, un universo di estasi che si pone come sacro obiettivo la purificazione dell’anima, una discesa senza fine nei meandri della notte.

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