So che il metal non figura tra i generi prediletti dal pubblico di Debaser, almeno dalla maggioranza di esso, e ho letto un'ingenerosa quanto banale definizione riguardante il gruppo che andrò a recensire.

In ogni caso, bisogna farsi coraggio e se un disco piace, perché non scriverne o parlarne?

Gli alessandrini Mortuary Drape non provengono da Alessandria D'Egitto ma, in un certo senso, è come se fossero abitanti di quelle terre. Un forte interesse per l'occulto (negromanzia ma non solo) e una marcata propensione per il mistero, rendono i nostri amati menestrelli cittadini ad honorem della capitale dell'esoterismo egizio.

Il loro segreto in chiave musicale? Rievocare il dark sound di Goblin e Jacula, l'heavy metal dei Mercyful Fate e l'estremismo sonoro di Celtic Frost, Bathory e primi Morbid Angel.

Oh, se non vi interessano potete tranquillamente passare alla prossima recensione!

Per chi è rimasto, invece, consiglio vivamente l'ascolto del loro debutto ufficiale targato 1994. La band era attiva dall'86 (!), ma fino agli anni novanta pubblicò solo demo ed Ep.

Con questo primo full length, copertina orrenda a parte, si entra nel cuore di una notte magica, stregata e terribilmente affascinante. Brani come "Tregenda (Dance In Shroud) ", "Funeral Chant", "13th Way" e la temibile "Medium Mortem", ci propongono una via italiana e mediterranea al Black Metal. Un Black Metal lontano anni luce dalla cieca furia scandinava, da certo satanismo d'accatto e dalla pedissequa imitazione dei nomi più noti. I Mortuary Drape sanno essere originali e l'hanno dimostrato con questo e altri lavori. Non molti, è vero, ma come si suol dire..."meglio pochi ma buoni".

Dai padrini dell'horror metal tricolore, i Death SS (toccatina obbligatoria), i necromantici Mortuary Drape attingono senza timore, soprattutto per quanto concerne l'aspetto iconografico e la scenografia live. Ma, lo ripeto, qui non si tratta di plagio né di mancanza di idee.

Ascoltate "All The Witches Dances" e mi darete ragione. Per ora è tutto.

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