... E a un certo punto mi sono detto: "ok, amo i Motorpsycho anni '90, "Trust Us" è diventato uno dei miei album preferiti in assoluto (nella mia top 20 sicuramente, forse addirittura nella mia top 10), di ciò che hanno fatto dagli anni '00 in poi non ne so una mazza (a parte il fatto che sia un periodo piuttosto discusso dagli appassionati; da quello che ho letto infatti, qui e da altre parti, l'impressione generale che mi arriva è che non si siano ripetuti agli stessi livelli del decennio precedente e questo mi incuriosisce ancora di più per la mia natura, spesso, di bastiancontrario). partiamo dall'ultimo uscito và, prima di tutto perchè non è ancora stato recensito qui su Deb e poi perchè voglio vedere l'effetto che mi fa ascoltarli saltando a piè pari circa quindici anni della loro produzione". Bene, l'effetto che fa, signore e signori (a dire il vero qui su Deb sono notoriamente ben poche le prime), è grandioso, perchè questo è un discone e (sgancio la bomba) lo metto subito dopo il già citato "Trust Us" e "Timothy's Monster" tra le mie personali preferenze discografiche Motorpsychotiche (si, si, lo so che c'è anche "Blissard" e "Angels and Daemons At Play", però, aho, a me non hanno mai preso del tutto, chevvedevodì.
Compatto e completo, massiccio e melodico, con la loro attitudine alla dilatazione in bella vista ma con un songwriting bello solido alla base, in una parola maturo, "Still Life With Eggplant" è il disco che mi ha fatto definitivamente capire prima di tutto che questa grande band ha ancora molto da dire e poi che parecchio mi sono sicuramente perso ma che a questo punto presto recupererò, magari partendo dal precedente e da quel "Black Hole / Blank Canvas" che Darkeve mi consigliò quando gli chiesi un album dei Motorpsycho per gli '00.
Tra jam ben strutturate sospese tra chitarre distorte, cori emozionanti e disgressioni psichedeliche strumentali ("Hell, Part 1-3", "Ratcatcher"), pezzi splendidi (la cover dei Love "August" e la malinconica, liberatoria, suggestiva e dilatata "Barleycorn (Let It Come, Let It Be)") e un finale che scalda il cuore ("The Afterglow"), il disco scorre alla grande lasciandoti la voglia di rimetterlo su immediatamente, appena finito, il che non è affatto una cosa da sottovalutare.
Insomma, per quanto mi riguarda, perfetto trampolino per tuffarmi nei loro anni (ci scommetto) per lo più sottovalutati perchè "eh ma non sono più come quindici anni fa" e meno male, perchè vuol dire che è un gruppo che cerca, e chi cerca, si sa, prima o poi trova.
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