Mountain – Climbing! (1970)

Blues. Di blues si parla pensando a questo disco, ma di blues arcigno, sprezzante, velenoso. Dopo lo scioglimento dei Cream, il loro produttore Felix Pappalardi decide di dar vita ad una nuova band, che si pone idealmente come la continuazione dei Cream stessi. Chiama in studio il mastodontico cantante/chitarrista Leslie West, il batterista N.D. Smart e l’organista Steve Knight e registra alcune demo con sé stesso in veste di bassista e secondo cantante. E’ il 1969, e il festival di Woodstock si avvicina. Quale migliore occasione per una band che suona insieme da appena 2 settimane? Evidentemente grazie agli agganci di Pappalardi il gruppo partecipa a Woodstock e devasta l’etere con un set di blues elettrico pesante e quasi tossico. Tornati in studio, il batterista viene sostituito col mitico Corky Laing, e a questo punto la formazione è al top. Rock, blues, atmosfere malinconiche e quasi da film, oltre che un brano acustico (To My Friend) in cui West mostra tutto il suo talento troppo spesso sottovalutato. Canzone di spicco è sicuramente “Sitting On A Rainbow”, uno dei brani meno conosciuti del combo ma anche l’unico del disco a potersi considerare leggermente heavy metal. Ovviamente la leggendaria “Mississippi Queen” fa sempre un certo gioco nel nostro cuore, soprattutto grazie alla chitarra ruggente di West, e in “Silver Paper” il chitarrista ci supplica di aprire i nostri cuori e lasciare energia positiva entrare senza dubitare di noi. “Never In My Life” invece è una dichiarazione d’amore. Un ottimo disco, questo “Climbing!”, che pero’ non verrà piu’ eguagliato in termini di qualità dalla band. Da tenere conto è anche il fatto che appena un mese prima dell’uscita dell’album, in Inghilterra, un gruppo di nome Black Sabbath aveva rilasciato il proprio disco d’esordio, cambiando per sempre il DNA della storia della musica. Era nato l’heavy metal, e tutti si sarebbero dovuti rapportare al nuovo corso musicale del 20o secolo, anche i Mountain, che condussero una carriera con picchi e cadute fino alla prematura morte del leggendario bassista (e anche produttore, arrangiatore, songwriter e multistrumentista, ricordiamolo) Felix Pappalardi, ucciso dalla moglie Gail Collins tra le mura domestiche con un colpo di pistola, nel 1983.

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