I Newyorchesi Mountain del grande (in tutti i sensi) chitarrista Leslie West furono interpreti, tanto illustri quanto poco conosciuti, di quel rock di inizio anni 70 che, prendendo spunto dalle dal blues elettrico e dalle jam allucinate del decennio precedente (quelle dei Cream e dell vecchio Jimi in particolare), stava dando origine al genere dell' hard-rock. Una rotta, questa, che a quei tempi era battuta da molte band: Alcune di esse sarebbero state destinate a fama, gloria e successo (Grand Funk, Led Zeppelin, Black Sabbath...) molte altre solo al culto di appassionati di rock d'antan (ad esempio Blue Cheer, Leaf Hound e, appunto,  Mountain). Fondato nel 1969 dal cantante-chitarrista West, dal bassista Felix Pappalardi (già produttore dei Cream), dal batterista N.D Smart (quasi subito sostituito da Corky Laing) e dal tastierista Steve Knight, questo "power trio + tastiere" partecipò al festival di Woodstock (mica pippe) e sembrò decollare grazie al successo del singolo "Mississippi Queen", contenuto nel loro album d'esordio ufficiale, "Climbing!" (1970). 

"Nantucket Sleighride", pubblicato nel 1971 è il secondo album ufficiale della band. Rispetto al primo disco, quasi tutto incentrato su un blues-rock aggressivo e distorto di marca Cream, questo contiene brani più estesi e complessi, con maggiore uso delle tastiere, probabilmente influenzati dal progressive-rock che stava diventando la sensazione del periodo. Sebbene ascoltato oggi l'album suoni un po' più datato rispetto all'esordio (pregio o difetto?), l'aggressività non viene meno: anche se il passo cambia più spesso, le sonorità si discostano dal blues e l'organo di Steve Knight suona più psichedelico del solito, la voce rauca di Leslie West, insieme al tipico timbro caldo e nasale della sua chitarra e al basso rombante di Felix Pappalardi confermano, inequivocabilmente, che si tratta sempre di hard-rock: ne sono prova gli attacchi incrociati organo-chitarra a tutto volume di "Don't Look Around", lo slide acido di "The Great Train Robbery", le cascate di power-chord della title -track, nonchè la presenza di pezzi più compatti nel più classico stile hard-blues ("Animal Trainer And The Toad", "You Can't Get Away").

Il difetto dell'album fu probabilmente quello di non contenere un singolo d'acchiappo alla "Mississippi Queen", che, forse, avrebbe consentito alla band di sfondare. Nel dubbio, non resta che prendere le cuffie, alzare i bassi, inserire il cd copiato (vi sfido a trovarlo originale) nello stereo e girare la manopola del volume. E al diavolo i dubbi.

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