La linea dell’orizzonte era ancora piatta di una funesta tranquillità, nei miei occhi solo visioni, maree infinite, gabbiani e nuvole magrittiane.
Nell’attesa eravamo solo sfiorati da un filo intrecciato di vento e salsedine, nessun eroe, nessun oracolo, nessun padre .
Il Mito anticipava il tragitto della cometa, al vertice del rombo Andromeda e la sua sconfinata bellezza - Andromédé in greco suona come “ signoreggiare sugli uomini “ - ed un oscuro presagio , imminente, di un sacrificio volto per salvare la vita degli Inerti .
Ma la strada dell'eccesso porta al palazzo della saggezza.
Per moltissimi l’esistenza è una sorta di mutuo contratto con scomode discendenze, un gravoso rateale impegno fissando nel vuoto una clessidra singhiozzante eternità posta a strapiombo sugli scogli. Nell’attesa di quella Jungian wave che si insinua nelle viscere, per prenderti la vita tutta.
Per altri , come quei folli Movie Star Junkies , la vita e’ solo un sex & drugs & rock’nroll live set visionario in grado di sprigionare una letale e contagiosa claustrofobia.
La cisterna trattiene, la fonte dilaga.
E se al calar del tramonto, quando il gabbiano passa il testimone al corvo, la cavalcata di Perseo perde il suo vigore cartesiano ed incespica in una ritmica notturna e malata,
all’ombra di quella Rosa.
L'Eternità è innamorata delle opere del tempo .
Sotto quel tripudio di note che invitano ai fasti di una danza a cielo aperto e proibita , all’ombra di quella solitaria Rosa che non solo non si e’ piegata al gelido inverno ma è addirittura diventata invincibile tra le asperità della notte .
Avvinti in una vegetazione urticante alle anime fragili, tra quegli spiriti millenari impermeabili ad ogni tentazione ipnotista , in quei versi affascinanti e damascati ( Oh la bellissima Murder Ballad “ Woman Undone “) .
Ci potremmo trovare in quella linea estrema e sottile , really dangerous per la ragioneria del punk e della indie piu’ nerd , in quel delirio del desiderio di Andromeda di saggiare la propria sovrumana bellezza, fino a scherzare con il fuoco di quella bestia che tutto sembra sovrastare ...
UN CULTO per pochi maledetti che scorre da un estremo all’altro della luna, in fuga dal suo chiarore, che come in una tavoletta sumera imprigiona essenze e misteri di una loro esclusiva e selvaggia intimita’ .
Un secondo album “ A Poison Three “ intriso della magica poesia di William Blake qui raccolta in frammenti, quell’albero cosi’ carico di frutti velenosi , di profonde riflessioni sulla comunicazione della rabbia , della tensione , una capacità di scrittura unica ed un sound che ha nel blues la sua direttrice trasversale transitando per i Bad Seeds , Virgin Prunes ed i Country Teasers , petali mai definitivamente oscurati di un fiore affascinante e velenoso.
“ Shadow Of a Rose “ di questi eterni Movie Star Junkies possiede un sound di millenaria bellezza , che stordisce e seduce dal primo ascolto, un’opera che e’ in grado di riportare la coscienza e l’ascolto in un effluvio dei sensi sospeso, in qualche anfratto di memoria storica e sperduto della nostra mente .
Chi desidera ma non agisce, alleva pestilenza.
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