Chi caspita erano 'sti benedetti Moving Targets? Il nome non vi dice niente? Va bene, vi do una dritta: questo il titolo del primo album dei Penetration (1978), punkers britannici. Non ne ho la certezza, ma suppongo possa derivare da quello.

Si, ma chi caspita erano? Sostanzialmente un power trio sulla scorta di Hüsker Dü e Minutemen (tra le influenze principali proprio Zen Arcade dei primi, datato 1984, però rielaborato in maniera decisamente meno grezza e con cura maggiore). E credetemi, parlo di power trio a ragione! Ascoltare per credere!

Durati in formazione originaria appena il tempo di quest'album, Burning in water, erano formati dal cantante e chitarrista Kenny Chambers, dal bassista Pat Leonard e dal batterista Pat Brady che fu nel 1981 il loro membro fondatore (e che di professione faceva il vigile del fuoco!). Provenivano da North Shore, Massachusetts, e furono parte importante del movimento underground di Boston sebbene non abbiano raggiunto consistenti risultati commerciali.

Prima di quest'album e delle sue quattordici tracce incidono tre brani ("Changing Your Mind", "Waiting For The End" e "Selfish", abbastanza grezzi) per la compilation dell'84 Bands That Could Be God curata da Conflict Records e Radiobeat Records (eccovi tracklist e compilation completa: https://www.discogs.com/Various-Bands-That-Could-Be-God/release/2067530, https://www.youtube.com/watch?time_continue=8&v=T1TqQdmgXtY&ab_channel=MahlerHaze), a fianco di quel Lou Giordano già a lavoro con i bostoniani Mission of Burma (altra influenza) per Signals, Calls and Marches del 1981.

Il buon Giordano adocchia il potenziale dei tre e due anni dopo si siede in regia per questo disco qua (uscito per la bostoniana Taang!), secondo me un tassello essenziale del post-punk anche se la definizione di punk è quanto mai riduttiva (potremmo anche parlare di post-harcore, melodic hardcore o genericamente di alternative rock). Nell’album si evincono infatti amore e conoscenza approfondita di progressive (e per qualche brano si potrebbe parlare di progressive punk, tipo MTV e This World, e se non esiste la definizione la azzardo volentieri!), di hard rock classico (si vedano l'outro pazzesco di Less than gravity, gli stacchi settantiani di Urban Dub e Coming Home, che sembra un aggiornamento ed accelerazione di molte cose provenienti dal decennio precedente) e una propensione per strutture composite, articolate e mai scontate. Il tutto condito da una dose massiccia di inquietudine che farà scuola nel decennio a venire (Shape of something, che riprende anche qualcosa della bizzarria tipicamente no wave). Tutte le influenze musicali che ispirano i nostri sono digerite profondamente e la loro rielaborazione conduce ad un risultato originale. Il drumming di Brady è irresistibile (e Barker, secondo me, lo avrà ringraziato sentitamente in cuor suo!), il chitarrismo di Chambers è estremamente onnivoro e permette escursioni armoniche molto ampie mentre il basso si ritaglia il suo spazio, in maniera disinvolta.

Per concludere: un trio al massimo delle proprie potenzialità, prima della prematura separazione con il solo Chambers a continuare con differenti musicisti. Un lascito memorabile e la dimostrazione che il punk non è soltanto approssimazione tecnica. Non ve lo lasciate scappare!

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