Alte creste punk e macchie di sangue su visi pesantemente truccati. Avevo 14 anni e ammetto che alla fine, i Mudvayne un po' mi fomentavano. Li conobbi agli Mtv Video Awards del 2001 ( si, prima su Mtv vigeva a sprazzi la democrazia ) e il singolo "Dig" sconvolse gli states col suo essere trasgressivo nel relativo videoclip e nello stile diciamo 'Slipknot' nel sound.

Sono passati anni ormai, e nel 2009 la band pubblica l'omonimo "Mudvayne", loro non fomentano più come prima ma continuano a loro modo a lasciare il segno. Che la band avesse lievemente alleggerito il suono, lo si capiva già dal terzo lavoro "Lost And Found" del 2005, apice di maturità trascinato dai singoli "Determined" e "Happy?", beh posso dire da subito che le varie "Scream With Me" e "Beautiful Strange" di questo lavoro,  non sono assolutamente da meno, le chitarre sono ancora 'alternative' e assecondano alla perfezione l'acida voce di Chad Grey, anima e corpo della band dell'Illinois.
Facendo un ultimo paragone col passato, si stabilizza la formula sonora del disco che quindi non risente tantissimo di influenze 'progressive' come in dischi quali "L.D. 50." o "The End Of All Things To Come", i Mudvayne, che possa piacere o meno, sono ormai una band prettamente (o quasi) Nu Metal, ma il che non deve essere sinonimo di qualità scadente. Un pezzo come "1000 Mile Journey" rende esattamente l'idea, Grey è aggressivo come sempre, ma il ritornello attira e coinvolge per convinzione e soprattutto melodia, componente fondamentale del disco. Degne di nota sono inoltre le varie intro come in "Beyond The Pale" o l'inquietante basso di "Out To Pasture" che fa da apertura ad uno dei brani più introversi dell'album," You keep leading me you keep driving me you keep pushing me out to pasture " ripete nel ritornello quasi scocciato Chad Gray, l'analisi riflessiva del leader ormai quarantenne continua ad abbracciare come da costante, gran parte dei lavori del gruppo, e trova nel brano acustico di chiusura, "Dead Inside" il suo apice, splendido, malinconico e semplice, pezzo che almeno personalmente sembra strizzare l'occhio al grunge, ma potrebbe essere solo la mia impressione.

La pecca che i fan nostalgici del gruppo possono imputare al disco, sta, nel complesso, in una mancanza di aggressività e cattiveria come nei lavori di qualche anno fa, ma a mio parere non è un elemento da poter valutare negativamente, in quanto come con gli anni si cresce e alle pettinature pazze degli esordi, fa spazio uno stile più composto, anche il suono stesso può risultare si meno scoppiettante ma non certamente scadente. Non diciamo subito che si sono venduti, non almeno prima di aver ascoltato il loro quinto, omonimo lavoro.

Voto al disco: 7,5

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