Cominciamo col dire che il voto giusto per questo album sarebbe stato 4,5 ma non me la sono sentita di dargli 5 per motivi che spiegherò nella recensione.
Cominciamo con il dire che questo lavoro altro non è che un progetto solista di James LaBrie (Dream Theater), che per questa occasione preferisce usare il nome di Mullmuzzler. Uscito nel 1999, questo disco è ricco di contenuti, e rappresenta a mio parere il miglior side project di LaBrie. Il sound è di quelli tosti, corposi, con la voce di James che riesce a completare il tutto in modo splendido. Ma non è solo la potenza a far di questo album un "super album", infatti la tecnica musicale contenuta è elevatissima (ma non strabordante), e la potenza sonora spesso e volentieri lascia il posto a parti più soft, grazie soprattutto all'abilità di James da questo punto di vista. Dopo tutto a uno come LaBrie non potevano che affiancarsi musicisti con gli attributi, i quali rendono gli arrangiamenti davvero originali e ben assestati. Guardian Angel e Slow Burn rendono chiaro questo aspetto in modo esplicito.
Per quanto riguarda la prova di LaBrie (e che ve lo dico a fare...) è come al solito di grossa levatura: estensioni vocali come solo lui sa fare, pathos e soprattutto un'emozione nel cantato che al giorno d'oggi, a mio parere, non è riscontrabile in nessun altro singer al mondo. Inoltre non vengono usati tutti quei filtri per la voce che oggi James si ostina ad usare (limitando le sue caratteristiche).
Ma perchè non gli ho messo 5? Il tutto è da ricollegare alla track 4 Beelzebubba. Già la prima volta che l'ho ascoltata pensavo di aver cambiato CD nel mio stereo senza essermene accorto: un brano che non c'entra nulla con il resto del disco, non brutto attenzione (delle parti di questo brano sono veramente belle), ma fuori luogo totalmente.
In definitiva si tratta di un lavoro fatto davvero in modo accurato, a parte per questa piccola imperfezione che mi avrebbe spinto a dargli il massimo.
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