C’erano una volta gli anni ottanta, c’era una volta Bologna, c’era una volta il punk... c’era una volta un amico di un’altra città che conobbi in vacanza studio e che ho poi perso di vista, che mi lasciò una cassetta di musica oi! suonata da gruppi che non conosceva, tra cui uno le cui canzoni erano in italiano. Non c’erano nomi sulla cassetta, non c’era una custodia, niente. Un  verso, un grido mi rimase a lungo in testa: diceva: la politica, vaffanculo! Si vede che risuonava con il mio stato d’animo dell’epoca.

C’era una volta un concerto dei Nabat, riassemblati per l’occasione, al centro sociale Livello 57, quando ancora era un centro sociale e quando ancora era all’ex macello, il bestial market, mercato bestiale. Non suonavano a Bologna o altrove da qualcosa come dieci anni. I Nabat, chi sono i Nabat? un gruppo oi! di Bologna? andiamo a vedere, ci dicemmo. E li ho riconosciuti: ma queste sono le canzoni della cassetta che mi ha dato I.! La cassetta, ho scoperto, conteneva registrazioni dei primi brani composti e suonati dai Nabat, finiti poi nel loro primo demo e nell’EP "Scenderemo nelle strade" (1982) (i brani che aprono "Archivio vol. 1" insomma). Era il 1995 e, nota personale, dopo quel memorabile concerto e a causa di quel memorabile concerto tornò a me e ai miei amici la voglia di scrivere canzoni e suonare.

C’era una volta una cassetta di canzoni punk che registrai per i miei amici qualche mese dopo quel concerto, e nella quale finì anche "Tempi nuovi" dei Nabat (dall’album "Un altro giorno di gloria", e speriamo che ristampino anche quello, magari dentro a un cd intitolato "Archivio vol. 2"...); c’era una volta una persona in un’altra città a cui questa cassetta finì in mano per caso e che un giorno venne a cercarmi, ma tu conosci i Nabat? Perché i Nabat all’epoca erano stati abbastanza dimenticati; certo che conosco i Nabat! e lasciammo quello che stavamo facendo e andammo in giro per la città tiepida tutto il pomeriggio e quella persona mi raccontò di quanto i Nabat fossero stati importanti, quello che dicevano, e di come avesse un giorno di dieci anni prima preso il treno per venire fino a Bologna e conoscere Steno (il cantante dei Nabat), avesse bussato alla sua porta, ma Steno è a lavorare, e lo stupore di Steno che scopre rientrando dalla fabbrica che qualcuno è venuto da chissà dove per conoscerlo. Infine, altra nota personale, c’era una volta l’amore disgraziato che nacque tra me e questa persona (non Steno, ma la persona che andò una volta a cercarlo), per colpa dei Nabat credo di poter dire! C’erano una volta i miei mille tentativi di salvarlo. Ma non siamo vissuti per sempre felici e contenti, no.

C’erano una volta i Nabat; e oggi ad alcuni è rimasto il mito dei Nabat, come una favola appunto. Ma i Nabat negli anni ottanta a Bologna non erano un mito; nella cruda semplicità della sua forma e dei temi che tratta (Senza soldi senza casa, Lavoro), la loro musica è soprattutto assenza di mito. I Nabat negli anni ottanta a Bologna si svegliavano, si mettevano gli anfibi, andavano a lavorare, tornavano a casa, facevano la spesa, bevevano una birra, e così via, e due o tre o quattro volte alla settimana si trovavano con gli strumenti alla sala prove del Casalone. Nel decennio successivo quando abitavo a Bologna capitava di incontrare Steno al Casalone (oggi Covo), o capitava di sentire la sua trasmissione su Radio città del capo (o era Radio K? o Radio città?). Argomento: la musica popolare emiliano-romagnola, canzoni raccolte da Steno-Lomax nei mercati di Bologna e provincia, cantate da interpreti occasionali (gli ambulanti) che a volte invitava in trasmissione. Anche le canzoni dei Nabat erano folk, folk metropolitano (urban folk per usare un’espressione di Billy Bragg) secco e veloce (e sporco, e inquinato) come la vita nelle metropoli anni ottanta.

Se oggi qualcuno mi chiede di consigliargli un gruppo oi!, io dico sempre, i Nabat, per me insuperati anche dalla scena inglese. Il ritmo, la velocità che lascia senza fiato, la combinazione di armonia, voce solista, cori quasi da stadio in brani come "Senza soldi, senza casa" hanno dato alla musica popolare qualcosa di nuovo.

Elenco e tracce

01   Zombie Rock (00:00)

02   Asociale Oi! (00:00)

03   Lavoro (00:00)

04   Shock Delle Case (00:00)

05   Fotti I Poseurs (00:00)

06   No Armi (00:00)

07   Nichilistaggio (00:00)

08   Scenderemo Nelle Strade (00:00)

09   Asociale Oi! (00:00)

10   Laida Fat Bologna (00:00)

11   Skins & Punks (00:00)

12   Generazione 82 (00:00)

13   Kill Police (00:00)

14   Nichilist Nabat (00:00)

15   1980 (00:00)

16   8 Marzo Kaput (00:00)

17   Tarchiato Oh! (00:00)

18   Incompiuta (00:00)

19   Skins & Punks (00:00)

20   Laida Bologna (00:00)

21   Potere Nelle Strade (00:00)

22   Lunga Vita Ai Ribelli Oi! (00:00)

23   Troia (00:00)

24   Scenderemo Nelle Strade (00:00)

25   Senza Soldi Senza Casa (00:00)

Carico i commenti...  con calma