Seconda parte del progetto Black meddle, e secondo centro per gli americani Nachtmystium, ormai punto di riferimento per la nuova scena black a stelle e strisce, nonché cardine di un'entusiasmante serie di side-projects e collaborazioni fra entità musicali e singoli artisti, su tutti il super-group Twilight.
Per quanto riguarda l'album in questione, il punto di partenza è ovviamente quel "Assassins" che due anni or sono fece meritatamente scalpore, in seno agli ambienti black metal, sornioni, nel loro confortante conformismo autoreferenziale.
Per nostra fortuna i piani di Blake Judd e soci sono ben diversi, e prevedono la riscrittura del vocabolario black, grazie a pesanti innesti provenienti da altri generi musicali, ispirati da una coerente visione di fondo, che molto ha in comune, a livello concettuale, con i Pink Floyd, dai quali hanno appunto mutuato il titolo del progetto Meddle.
In questa seconda parte le svisate psichedeliche e la fusione di generi (post-rock, post-punk, industrial) è ancora più forte, come ad esempio nell'attacco di Nightfall, che potrebbe benissimo provenire da un disco dei Franz Ferdinand più ispirati, oppure in No funeral, dai suoni intossicati da spessi layer di synth.
Disco molto più eterogeneo del precedente, "Addicts" non maschera la sua ambizione di rappresentare un nuovo termine di paragone in campo black, allargando il solco che li separa da altre, pur valide, formazioni, meno inclini alla sperimentazione free.
Le canzoni si susseguono come un drogato flusso di coscienza, ritmate dal pulsare della batteria, suonata da Wrest (Leviathan, Twilight), e arricchite dal pesante contributo del guru del suono Sanford Parker (Minsk, Twilight, Buried at Sea, The High Confessions), a quanto pare molto interessato al black metal, negli ultimi tempi.
Altri ospiti illustri Bruce Lamont (Yakuza), di ritorno, dopo aver prestato il sax su Oceanborne, Russ Strahan (Pentagram) e Matt Johnson (Pharoh), che contribuiscono a rendere questo lavoro ancor più variegato e interessante.
Sempre di black metal si parla, è bene ricordarlo, ma di canonico, old-school, true norwegian, o kvlt qui non c'è nulla. Fortunatamente, verrebbe da aggiungere. Perché ciò che rimane è il genuino interesse di un gruppo di artisti verso una ricerca musicale ibera da pregiudizi e barriere espressive.
Dopodichè è chiaro che il risultato finale può piacere o meno, ma è comunque da premiare la personalità con cui questa band si presenta agli occhi di un mondo musicale dalle vedute spesso ristrette.
A mio parere una grande conferma, con passi avanti, per una delle band più coraggiose degli ultimi anni.
1. | Cry For Help | 01:33 |
2. | High On Hate | 03:36 |
3. | Nightfall | 03:21 |
4. | No Funeral | 05:39 |
5. | Then Fires | 05:44 |
6. | Addicts | 04:24 |
7. | The End is Eternal | 07:03 |
8. | Blood Trance Fusion | 03:30 |
9. | Ruined Life Continuum | 04:41 |
10. | Every Last Drop | 08:30 |
Carico i commenti... con calma