I Nada Surf ce li ricordiamo tutti grazie al loro splendido debutto "High/Low" uscito nel lontano 1996, quando con il singolo "Popular", stragettonato anche da MTV, ottennero un buon successo internazionale. Indimenticabile il loro concerto al Trash di Berlino, credo nel 1997.
Seguì poi nel 1998 il deludente "The Proximity Effect" che, nonostante la produzione di Fred Maher, non riuscì a riproporre songs entusiasmanti o idee nuove rispetto all’album d’esordio.

A dire il vero i Nada Surf sembravano spacciati: per quattro anni scomparvero dalla scena indie per riaffacciarsi solamente nel 2001, anno di registrazione del loro ultimo lavoro, "Let Go" uscito nell'autunno dello scorso anno in Europa.

Musicalmente oggi si sono definitivamente allontanati dal grunge/indie rock energico di "High/Low".
Il filo conduttore non sono più i meravigliosi e semplici cambi pulito-distorto di chitarra, bensì composizioni molto più ricercate, melodiche e tranquille, a conferma di un ciclo di maturazione che li ha portati a registrare con il supporto di un certo Howie Weinberg (Nirvana, The Clash) un album molto più sentimentale e per alcuni versi anche commerciale, nel quale non affascinano più tanto le chitarre, quanto la voce, elegante e incantevole.
Il risultato finale è un buon album Indie-Pop, a tratti Low-Fi, ricco di splendide ballate romantiche alla Teenage Fanclub, Grandaddy, Pixies o Pavement, in cui le tracce più frizzanti sono l’eccezione alla regola.

Tutto sommato la loro è una maturazione positiva che tende a guardare al futuro senza però dimenticare o rinnegare le radici rock, senza sconvolgere interamente il sound, senza fare uso delle interferenze di "electronica".

Un album di cui la metà delle canzoni sono potenzialmente delle ottime hit-singles, merita senza alcun dubbio - e specialmente oggigiorno - di non passare inosservato, perlomeno qui su de-baser.

Una biografia della band su Hellfire (che gentilmente ci ha linkato).

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