Tanta la voglia di Napalm Death in questa giornata post elezioni.

Anzi avrei voglia soltanto del Napalm per fare piazza pulita...ma lasciamo la pol(l)itica e torniamo ai maestri del Grindcore.

Quattro brani per nove minuti; Ep che segna il ritorno dei nostri a suoni ancor più devastanti e primordiali, dopo la "sbandata" Death Metal del pur validissimo precedente album sulla lunga distanza Harmony Corruption.

Suoni con una produzione al solito dannatamente chiusa, che ti strangola. Ti mettono all'angolo e ti annientano.

Dedicano il tutto all'amico Roger Patterson, bassista degli Atheist da poco (siamo nel 1991) scomparso.

La pesantissima e spettrale title track ha l'onore di aprire le ostilità; accelerazioni ed improvvisi rallentamenti caratterizzano il brano, con un finale dove i riff "flamencati" di Jesse dominano sul resto della truppa. Una truppa d'assalto, pronta alla guerra, alla distruzione; spietati Napalm Death.

"Pride Assassin" è il momento dove più si avvicinano ai canoni Death Metal del già citato precedente lavoro. Le invettive cavernose di Mark si fanno sentire, mentre urla rabbiose e psicotiche del chitarrista ritmico (!!!) Mitch creano ulteriore danno uditivo.

"Unchallenged Hate" e "Social Sterility" vengono riregistrate per l'occasione, essendo vecchie canzoni del monolite sonoro recante il nome di From Enslavement To Obliteration. Solo e soltanto Grindcore disarticolato, convulso; in grado di spingere la tensione ben oltre il livello di guardia.

Sono le ultime sessioni con Mick Harris alla batteria; abbandonerà subito dopo per formare quella dannosa creatura Industrial Post-Grind che sono stati gli Scorn.

Dominanti Napalm Death, padroni assoluti; da oltre trent'anni.

Diabolos Rising 666.

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