Sesto ed ultimo disco degli anni novanta per la band di Birmingham.

E come sempre si picchia duro, durissimo; senza indecisione. Un suono definito, riconoscibile.

Mark è rientrato nei ranghi dopo la brevissima parentesi come cantore degli Extreme Noise Terror; ed è più incazzato che mai con il suo growl pesantissimo.

La produzione ed il mixaggio di Colin Richardson riescono a mettere in risalto tutti gli strumenti; anche se avrei preferito, in particolare riferendomi alle chitarre, un suono di più "chiuso", asfittico, grezzo.

Guardano al passato e si proiettano nel futuro; una sequenza di brani trituratimpani.

L'opener "The Infiltraitor" resta, ancora ad oggi, una delle loro partenze migliori per quanto riguarda un album; brano di immane potenza che contiene elementi Death Metal che vanno a collidere con invasate aperture Hardcore. Come ho già scritto in un mio recente ascolto uno di quei pezzi capaci di scatenare un "moshpit" catastrofico nei pressi del palco ad un loro concerto; provato tante volte sulla mia malandata pellaccia: garantisce anche il DeMa per me.

I Napalm sono i padrini riconosciuti da tutti del Grindcore; ed allora ci sputano in faccia i due minuti di totale apocalisse sonora di "Ulterior Exterior": traccia che non sfigurerebbe paragonandola ai loro primi due epocali lavori degli anni ottanta Scum e From Enslavement to Obliteration. Le pachidermiche movenze di "Next of Kin to Chaos", i rumori industriali nel primo minuto della successiva "Trio-Degradable / Affixed by Disconcern", la furia senza controllo di "Thrown Down a Rope".

Lavoro non da massimo dei voti; ma come sempre massimo rispetto e venerazione, almeno da parte mia, nei riguardi di questa istituzione dell'estremismo musicale...CLEANSE IMPURE...

Diabolos Rising 666.

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