Illmatic è l'album di debutto di Nas ed è considerato all'unanimità uno dei capolavori della musica hip hop

Dotato di un flow efficace, il giovane rapper di Queensbridge (New York) brilla in questo disco soprattutto per le sue liriche, semplicemente superbe: l'ampio utilizzo di metafore, un vocabolario molto più ricco della media dei rapper americani e una grande capacità descrittiva sono solo alcune delle sue qualità. 

Ma il merito della grandezza di quest'album non è solo del talento lirico di Nas, ma anche della buona qualità della musica: a comporre le basi ci sono i migliori beatmaker newyorkesi dell'epoca (escluso Rza), cioè Dj Premier, Large Professor, Pete Rock, L.E.S. e Q-Tip, che danno all'intero disco un'atmosfera omogenea (utilizzando soprattutto campioni jazz) e non noiosa. Sorprende soprattutto il legame tra beat e testo.

Dopo la bella intro, la prima canzone è N.Y. State Of Mind, probabilmente la più bella canzone rap sulla Grande Mela, in cui Nas riesce ad esprimere come nessun altro la tensione che si respira a New York, naturalmente la New York dei ghetti neri, un'ansia ben sintetizzata dal verso "I never sleep 'cause slippin' is cousin of dead".

A seguire due canzoni più "calme" ma bellissime: Life's A Bitch contiene l'unico (ma ottimo) featuring dell'album, cioè un verso e un gran ritornello da parte di AZ, l'argomento è ancora la vita nel ghetto e la conclusione è affidata alla tromba blues di Olu Dara (padre di Nas); in The World Is Yours vede un Nas riflessivo in grado di coniugare poesia e concretezza sopra la bella base di Pete Rock.

Halftime è autocelebrativa ma dona una grande energia, il giusto preludio alle due canzoni che rappresentano il picco emozionale dell'album: Memory Lane, con versi memorabili come "my intellect prevails from a hangin cross with nails" e la One Love: sopra una base malinconica (fondata sul campionamento di Smilin' Billy Suite Pt. II degli Heat Brothers) Nas scrive una lettera agli amici incarcerati, dove racconta come va la vita a Queensbridge, con grande intensità sia dal punto di vista delle liriche che del flow.

Dopo One Time 4 Your Mind (il brano meno bello dell'album), è ancora di ghetto che si parla in Represent ma con versi aggressivi anche se sempre eleganti.

A chiudere, Nas ci spiega, sopra un splendido beat di Large Professor (che campiona, tra gli altri, anche Michael Jackson), che non è difficile raccontare: It Ain't Hard To Tell, la degna conclusione di un capolavoro

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