"It’s better to burn out, than to fade away".
Cobain scrive queste parole nella sua lettera di addio.

Neil Young? Si l’ho sentito nominare. Ascolto un pezzo. "Sleeps With Angels". Devo avere questo album (verrò a sapere solo dopo che Young, dopo il suicidio di Cobain, che aveva preso quei versi dalla sua "Hey Hey My My", e con Sleeps With Angels già pronto, tornerà in studio con la band per dedicargli questo pezzo e includerlo nell’album.)
Che dire? Capolavoro. Emozioni emozioni emozioni. Rock "grezzo" e blues passionale. Young ispirato e tormentato, che scrive di getto quest’album.

Ci sono spiragli di luce, come nell’iniziale "My Heart", ma in una sorte di climax discendente, si è pervasi dalla malinconia, che silenziosa giunge poco a poco. "Driveby", pure poesia dal sapore blues. "Sleeps with angels", colpisce al cuore, soprattutto di un "vecchio fan" nirvaniano. Si sente decisamente un atmosfera diversa dal resto dell’album, ancora più rabbiosa, qui non c’è spazio nè per la speranza nè per la malinconia, ma solo per un addio. "Change your mind". L’apoteosi. 14:39 di versi semplici ma geniali, mai ripetitivi, mai banali " When you’re confused and the world has got you down, when you feel used and just can’t play the clown".

Le canzoni sono collegate strettamente tra di loro, negli arrangiamenti e soprattutto nei testi, e portano l’album ad assumere quasi la forma di un viaggio, un’unico grande sfogo dei propri sentimenti… in cui la malinconia, mista alla rabbia, regna sovrana, e la chitarra di Young, ispirata come mai, è pronta a trasmetterci tutto ciò.

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