Ci sono uomini che preferiscono le bionde e donne a cui è meglio non raccontare troppe balle (Lorena Bobbitt docet). Neko Case è indiscutibilmente una di queste. Provare per credere la stilosa cover del suo ultimo episodio solista "Middle Cyclone": una Mercury Cougar del '68 e la rossa chanteuse dei New Pornographers che impugna scalza sul cofano una minacciosa spada, moderna amazzone in posa tarantiniana.

L'all-american girl (ma canadese d'adozione) si presume all'assalto delle nostre frivole certezze da impiegati delle poste, e di qualche recensore un po' stronzo. Ok, confesso un debole per la volitiva e fiammeggiante volpe virginiana, al di là del talento melodico innato e d'un magnetismo vocale che oggi non teme confronti. Sei riuscita a picconare sul mio polveroso cuore randagio, cara Neko. E il sottoscritto non oppone certo resistenza, anzi. Mi sento persuaso e sedotto, fosse anche un'illusione ipocrita, come lo fu Jonathan Fuerst da Ann-Margret.

Il Medio Ciclone sussurra, sorprende, s'incavola e spazza via. Perché Neko Case è quel tipo femminile che non avrebbe avuto difficoltà a entrare con un Winchester 1873 in uno sporco saloon machista del nord-ovest, a difendersi l'onore dal proprio balordo. Magari intonando le note malandrine dell'alt-country-pop "This Tornado Loves You" con l'ukulele. Rusticamente registrato dentro il granaio della sua fattoria nel Vermont (chiamatela Neko "Nonna Papera") e a Tucson, il suono stagionato, artigianale e onestamente nostalgico di questa musica così "americana" e fuori dal tempo è impreziosito dall'apporto di M.Ward e membri dei Calexico, Giant Sand, Los Lobos, Lilys, Visqueen, Novelli Pornografici e del mitico Garth Hudson organista della Band.

Se osate battere più volte il piedino sul dlin-dlon byrdsiano del singolo "People Got A Lotta Nerve" non vergognatevene. Ed è lo stesso maledettamente complicato mantenere mascella quadrata e sguardo da Marlboro-man quando parte il carillon in "The Next Time You Say Forever", durante il romanticismo-noir di "Prison Girls" o l'intimismo folk di "Vengeance Is Sleeping". Dusty Springfield rivive e si materializza con l'orchestra in "Never Turn You Back On Mother Earth" degli Sparks, "Don't Forget Me" coverizza invece languidamente Harry Nilsson. Poi c'è l'impeto dolce di "I'm An Animal", un vigoroso country\pop-rock in salsa neo pornografica. "Middle Cyclone" conferma lo status di superba interprete della rossa cantautrice americana, un lavoro dall'approccio strumentale più maturo e nobilmente "popular" rispetto ai precedenti abiti indie della Case. Il fumo della notte sterilizza le vecchie ferite d'amore, sembra dirci la passionale signora. Che infine fugge solitaria con la pulpitante "Red Tide", e chiude sui titoli di coda del prossimo, ipotetico western-cannibale diretto da Q.Tarantino.

Credo che la Marea Rossa stasera ci porterà lontano, in un sonno profondo che riempirà qualche vuoto.

E saremo tutti prigionieri tra le sue onde.

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