Quando è uscito Whoa Nelly, primo disco della cantante canado-portoghese Nelly Furtado, la critica ha definito la cantante "piccolo scrigno di tesori nascosti"; in effetti il suo primo lavoro è un buon disco, in quanto unisce musicalità e culture differenti della piccola Furtado.

Folklore, nato dalla suggestioni della visione di un contadino moderno che indossava la maglia della coca cola, è un disco pesante e farraginoso, non per la difficoltà dei testi, ma per la mancanza di freschezza ed originalità dei pezzi.
Se il primo disco può essere definito un buon debutto, questo Folklore non può e non deve essere considerato una sorta di continuazione, in quanto la cantante deve ancora lavorare duramente, deve ancora trovare spessore ed esperienza, in definitiva deve ancora crescere e trovare il proprio linguaggio musicale.
Indubbiamente l'idea di fondere tradizioni culturali folkloristiche a musicalità pop è interessante, e potrebbe anche essere vincente se la Furtado avesse optato per canzoni più originali e particolari, tralasciando quindi le sonorità etniche che finiscono per appesantire l'intero lavoro.

Le uniche canzoni salvabili del disco sono: "Powerless (Say What YouWant)", un vero e proprio inno alla vita, costruita sull'uso di strumenti elettronici e strumenti tradizionali, come gli archi del Kronos Quartet, il banjo e il mandolino; "Forca", brano di apertura del campionato di calcio europeo, in cui Nelly Furtado parla dell'amore per il gioco; in ultima "Try", una mirabile ballata malinconica, giocata sui ricordi e sui rimorsi.

Nonostante la presenza di grandi collaboratori, come Caetano Veloso, Bela Fleck, Justin Meldal-Johnsen, Mike Einziger e il già citato Kronos Quartet, il disco non riesce ad emozionare e a stimolare la fantasia dell'ascoltatore.

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