Sono un po' paraculo. In questa vita ho il sentore dell' imminenza di una fine del mondo, cosa che nelle altre vite non mi risultava minimamente. Colgo la palla al balzo e sostituisco la mia iperattività millenaria con un' indolenza totale: in poche parole non mi va di fare un cazzo, e ci marcio pure. Amo la mia noia e vivacchio su ricordi antichi limando sempre più la strafottenza di superiorità dimostrata che mi apparteneva. Non mi interessa più competere. Regredisco nell' immobilità per crescere e tra una grattata di palle e un ulteriore rimando di tutto mi sorprendo quando in un' apnea assente riesco a recuperare la mole di lavoro che sono in grado di esprimere e con meraviglia constato che ho raggiunto l' obiettivo, ma poi mi chiedo: ma sono stato veramente io a fare quella roba? Serve? Senza risposta ritorno quanto prima possibile al mio anelato fancazzismo. Sottrarre per acquisire.

Parassita di me stesso galleggio sui miei antichi fasti succhiando il più possibile l' interesse maturato in centinaia d' anni. Furbescamente ecologico, comodamente sostengo che tutto questo agitarsi non serve ad un emerito cazzo e faccio mia la massima: "se Maometto non va dalla montagna è la montagna che va da Maometto." E se la montagna non viene non è che mi strappo i capelli, per meglio dire me ne sbatto proprio i coglioni tanto da avere la forza di non aprire se si dovesse presentare urlando (io): "Non hai visto il cartellino fuori la porta? Do not disturb! Cazzo!"

Ed è qui che entrano i Nervous Gender che come piace a me ti mandano affanculo solo andata e santificano come colonna sonora questa aspettativa del Giudizio Universale. Ci sta tutto, l' ensemble californiano sfodera l' abisso anti materia. Il corto circuito di questo buco nero è esemplare. Ogni appiglio è negato e la mano che ci porge è disgustosa. Il Sommo non sarà magnanimo né accomodante, quando verrà il nostro turno ci chiederà a bruciapelo: "... e allora dimmi, che cazzo hai fatto di cosciente nella tua vita? Dai, dai, fammi capire se c'hai capito qualcosa 'sto giro. T' ho fatto la domanda a piacere, dai, fammi ridere." E lo farà con questa musica come sottofondo. Soltanto un becchino che veste i morti o un attore di avanspettacolo dell' Ambra Jovinelli potrebbe tranquillamente affrontare l' ascolto... e certi scricchiolii che solo i cadaveri sanno produrre li ritroviamo nei pezzi proposti, come le ricercate sonorità che il malcapitato comico si beccava dalla platea. Zaffate di aliti in procinto di putrefazione, la vostra.

La rivolta totale è encomiabile come immediatezza prodotta. Sono sadico con me stesso sulla mia cinicità e questo lavoro calza perfettamente con la distruzione dei buoni propositi che tentano un buonismo in me che non mi appartiene: austero e compassionevole rigo dritto per combattere tentazioni di santità che fanno vomitare sia me che la realtà. Mi viene in aiuto un dialogo di un film dove il famigerato protagonista si spaccia per uno studente francese in un' università americana e redarguito dal custode perché fumava risponde: "Ma sono tre ore che sono qui a fumare... Non si può fumare qui! Mérde! Non capisco signore. Ma come non capisce... Mérde est mérde!"

Appunto, questa dei Nervous Gender è la giusta merda che ci dà una chiave per accedere a quelle verità che cerchiamo di evitare ma ci sono. Intendiamoci, la vita non è tutta rose e fiori e se la maggior parte delle persone fa in modo di evitare a tutti i costi le situazioni di tensione, i Nervous Gender sono lì per crearle, dal 1980 la crisi di "nervous" è garantita. Anche la sgradevolezza della puzza di piedi fa parte della vita, sta a noi accogliere il tutto a braccia aperte e da buoni alchimisti trasformare "tutto" in oro. "Fottuta gente normale venite al nostro concerto e tireremo le vostre ossa nel calderone delle vostre menzogne! Facciamo un bel brodino..."

Nella prima facciata, la"martyr complex", la musica letteralmente manifesta il tritacarne e il soffocamento dove siamo pigiati, la disgrazia della nostra condizione appare isterica: synth punk giallo bile. Il secondo lato è un po' più cerimonioso rimanendo concitato, reincarnandosi nei Beelzebub Youth la corsa alla persuasione diventa più sottile e alienante e come devastazione occulta soddisfa i canoni del castigo, si passa ad atmosfere nero vomito. Un elogio esoterico scaturisce nel vedere manifestato il chaos reale: schizzi di feti abortiti andati a male che dimostrano il vero Merry Christmas! La merda confusamente sofisticata imbratta la nostra facciata, ma sempre merda è e non ci potete fare niente se non accettarla come accettazione dell' esistenza tutta.

Anarchici individualisti che sfoderano una inaudita nichilistica violenza che si manifesta dal profondo come se avessero scoperto dentro di loro quei pezzi di merda di entità astrali parassitarie e cerchino come prima feroce battaglia di cacciarli infrangendo specchi fatti di carne. La matericità stridente dei suoni è tangibile. La purezza del bambino alla batteria fa da scudo psichico all' attacco dei pensieri indotti. La "voce" del cantante depista le possessioni confondendo le assunzioni. La dissimulazione delle tastiere deviano le energie negative partorendo lo stridio dell' inganno e riproducendolo amplificato: la paura si sconfigge con un urlo che la spaventa. I soldati dell' Hell si scoprono avamposto per contrastare l' invasione occulta. La prima linea non retrocede di un centimetro opponendo trasparenza nera che vanifica l' avanzata della perdizione sconfiggendola sullo stesso campo della dannazione.

Rimangono loro sul palco, soli, luridi ma redenti e quella brutta luce che emanano è solo il vestito. Il crepuscolo dell' alba illumina l' arrivo: orgogliosi miserabili dividono con noi una zona, che volenti o nolenti prima o poi dovremo visitare. Una "vacanza" particolare che necessita di speciali occhiali da sole dove le tenebre sono accecanti. La tortura è assicurata. Auguri e figli maschi!

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