Con questo disco inizia la transizione del gruppo californiano dalle sonorità fortemente hardcore degli esordi e le contaminazioni di "Enemy Of The Sun" ad un magma sonoro cangiante e poderoso che contempla diverse influenze, rompendo gli argini dei "generi" e creando uno stile assolutamente personale, disperato.
Le tastiere e gli effetti di Noah Landis si fanno più presenti, specie nelle introduzioni dei pezzi (End Of The Harvest) creando paesaggi sonori di pace apparente prima che le chitarre massacrate e le tre voci di Steve Von Till, Aaron North e Scott Kelly precipitino tutto di nuovo nell'apocalisse senza requie.
Il brano capolavoro dell'opera è "Under The Surface" una cavalcata percussiva in crescendo, un rituale arcano tinteggiato dal fuoco della voce di Von Till: sicuramente il loro cavallo di battaglia dal vivo, impegnando Kelly inesorabilmente ai timpani per gli otto e più minuti del brano.
"The Last You'll Know" è costruita su pochi accordi lentissimi e devastanti, ripetuti ossessivamente sotto un mantra di grida furiose per poi trovare un astrana forma di pace negli effetti distorti e disturbanti della tastiera di Landis... Qualche attimo di requie e gli accordi progrediscono verso il "Big Crunch" finale: urla, ferocia, note massacrate e iperviolente.
"Descent" è un brano fiero ed incisivo dove una cornamusa accompagna la batteria di Jason Roeder, tra incursioni di campionamenti strazianti, come la marcia di un esercito di morti, voci dei morti che tornano dalle sconfitte passate.
"Away" lascia intravedere le ulteriori evoluzioni future del gruppo: una "canzone" nel senso classico del termine, che non sfigurerebbe nei rispettivi album solisti di Von Till e Scott Kelly; ma anche in questo caso la quieta disperazione è solo un soffio prima del ruggito liberatorio, che sigilla la possibilità della gioia in un altro mondo.
Un album di transizione, carico di pathos, dolore e umanità. "Grace", album dei Tribes Of Neurot, ovvero gli stessi Neurosis in vesti elettroniche e sperimentali, se ascoltato in contemporanea con questo "Times Of Grace" crea una terza opera assolutamente originale ed inquietante. Un altro passo verso il disvelamento di ciò che più cupo e incoffessabile nasconde l'animo umano. Da avere.
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