"Niki e la colomba", per l'appunto. E di qui, tutti a chiedersi se Niki è lui e lei la colomba, o viceversa. E tutti a domandarsi (o a domandar loro) quale significato si nasconda dietro l'insolita denominazione che Malin Dahlstrom e Gustaf Karlof, domiciliati a Stoccolma, hanno scelto per il loro recente progetto di art-pop sintetico.

"HA un significato", dice lei, "ma è un segreto che preferiamo tenere per noi. Quando si parla troppo, il fascino del non-detto si dissolve..." - e ha perfettamente ragione, aggiungo io. Che mistero rimanga, dunque. Senonché, a ben ispezionare il repertorio fotografico di questa splendida elettro-sacerdotessa scandinava, insorge (e fortissimo) il sospetto che la sua somma ispiratrice risponda al nome di Stevie Nicks - "just like the white-winged dove...", cantava del resto la bionda di Phoenix in "Edge Of Seventeen" (anno 1981), e la stessa colomba ricorreva più e più volte nella sua iconografia (i meno giovani ricorderanno). Ma non è tutto. Anche il look della Dahlstrom, vagamente hippy con più d'una concessione all'etnico, richiama assai quello di Stevie nel periodo-"Rumours", complice una notevole somiglianza fisica. E a questo punto starete già pensando: "Non è che CANTA ANCHE, come Stevie Nicks..."? Le affinità ci sono anche su questo fronte, sì, e i più attenti le riconosceranno in più d'un tratto (ascoltare bene la prima parte di "In Your Eyes") - benché la Nostra ami spaziare su percorsi vocali ben più complessi e fantasiosi...

Causa il suddetto equivoco-"Malin Dahlstrom = clone di Stevie Nicks", i più hanno descritto "Instinct" (debutto sulla lunga distanza del duo, ma preceduto da lunghissima fase di gestazione) come "il disco che Stevie e Prince avrebbero potuto incidere assieme". Definizione suggestiva ma anche impietosamente riduttiva, perché 1)le influenze possibili sono ben più numerose, e non certo riconducibili solo a due, per quanto illustri, nomi; 2)siamo in presenza di una delle più interessanti opere prime europee degli ultimi tempi.

Con una (doverosa) precisazione: la variopinta tavolozza fonica proposta da "Instinct" potrà suonare totalmente appagante solo a chi è cresciuto, in mezzo agli altri suoi ascolti, a pane e synth-pop ottantiano con abbondanza di tastiere, assenza di chitarre e la presenza (funesta per molti) della drum machine. Senza per questo essere portati a pensare che il qui presente sia un disco di puro, nostalgico tributo a quel decennio - e quindi, un centone di stereotipi copia-incollati come se ne ascoltano di recente: il "gelo" che di norma l'elettronica suggerisce è qui stemperato da arrangiamenti intriganti, tutto fuorché banali, che guardano (e alla grande) alla lezione ethno-tronica di dischi come "The Dreaming" e "Hounds Of Love" - ma dispiegando una mappa dei suoni contaminata e grandiosamente personale.

Merito di anni di collaborazione e affiatamento fra Malin e Gustaf, tanto che l'attesa per questo album (alimentata da singoli ed EP-antipasto) s'era fatta addirittura frenetica, nell'ambiente locale e non solo. Il prodotto (targato Sub Pop) non tradisce; anzi, lascia persino intravvedere margini di miglioramento, rinnovando l'attesa per una seconda (si spera prossima) uscita. Intanto c'è il tempo di godersi (per chi li ama) i ritmi danzerecci di "The Drummer", tutta synth e voce effettata, l'orecchiabilità sublime dell'apripista "Tomorrow", i ricordi di Pop-Wave melodico che riaffiorano in "DJ Ease My Mind". E di divertirsi ad afferrare il senso di testi tra il freak ("ci siamo sposati solo ieri sera in taxi, ma giuro che ti amo") e il... PROFONDAMENTE - uh! - impegnato ("prendimi adesso, facciamolo subito"). Per accorgersi, poi, che la musica si fa più interessante quanto più diventa notturna, col passare dei minuti: "The Gentle Roar", cupa e tribale, lenta nenia per percussioni e bassi; la preghiera pagana di "Mother Protect", e il Prince di "Sign O' The Times" che pare distante appena un palmo, ad ascoltare "Love To The Test" e "Winterheart"...

...e la voce di lei, a stregare. E a rendere quest'oretta scarsa di musica un'esperienza da ripetere più volte.

Sempre che amiate certe sonorità...       

 

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