Quando ci si trova davanti ad un figlio d'arte, credo sia abbastanza normale chiedersi se chi gode di questa definizione abbia veramente delle capacità artistiche sufficienti a meritare un posto nell'Olimpo artistico, oppure ne faccia parte semplicemente perché si porta dietro in eredità un cognome già conosciuto. Francesco Facchinetti, Violante Placido, Giovanna Mezzogiorno, Las Ketchup sono solo qualche esempio di figli e figlie d'arte. Nella stragrande maggioranza dei casi però i pargoli non hanno neanche un decimo delle potenzialità artistiche dei loro genitori.
Non è però il caso di Nil, figlia del noto musicista turco Suavi Karaibrahimgil: se suo padre è un mostro sacro nell'ambiente musicale turco, sua figlia è comunque una musicista di tutto rispetto, benché le sue aspirazioni, in gioventù non fossero quelle di seguire le orme del suo famoso genitore, pur se da sempre ha scritto musica.
Nata ad Ankara nel 1976, Nil si è laureata in scienza delle comunicazioni alla Bogaziçi Üniversitesi di Istanbul ed ha poi vinto alcuni premi come pubblicitaria.

Nel 2002 avviene la svolta. Nil pubblica un album in cui raccoglie una selezione di canzoni scritte, appunto, per diletto, fino a quel momento: nasce così l'album "Nil Dünyasi" (il mondo di Nil), primo e fortunatissimo lavoro dell'artista. Seguono "Nil FM" nel 2004, "Tek Tasimi Kendim Aldim" tre anni più tardi e, quest'anno, il suo quarto lavoro dal titolo "Nil Kiyisinda". Ho scelto di recensire "Tek Tasimi Kendim Aldim".

L'album si apre con un pezzo un po' particolare per il genere a cui ci ha abituati la Karaibrahimgil, dal titolo che sicuramente scatenerà ilarità e grandi battutone: "Pirlanta" (la i è senza il puntino e si pronuncia orientativamente come la ? francese e che significa "brillante, fascinoso"). È un pezzo molto energico in cui viene lasciato grande spazio alle percussioni. Se l'intro è tranquilla, la canzone si snoda poi in ritmi abbastanza veloci, quasi come una sorta di ratantina carnascialesca. La canzone fu scelta da Ferzan Özpetek come colonna sonora del suo "Saturno Contro" con, tra gli altri, Luca Argentero, Ambra Angiolini e l'immancabile Serra Yilmaz.

Segue "Kamikaze", che rientra più nei canoni del'artista. Kamikaze è una ragazza che si lancia anima e corpo in una relazione, ben sapendo che molto probabilmente ne uscirà mortalmente ferita. Per coraggio o incoscienza, questa ipotetica ragazza non ha paura e, come un kamikaze, si butta a capofitto nella relazione.

Segue "Siz" (tu), e poi "Bu Mudur?" ("È questo l'amore?"), che si apre con un ritmo marziale e l'ossessiva ripetizione della parola "ask" (amore), in cui l'artista riprende il discorso interrotto in "Kamikaze": una ragazza ha il chiodo fisso di trovar l'amore vero, quello sconvolgente, e vive nell'ossessiva ricerca dell'amore, amore, amore, ask, ask, ask, chiedendosi ogni qual volta incontra un ragazzo "bu mudur?" - è questo?
Ma c'è un ma: modern zaman, il tempo moderno, è diverso da quello in cui quest'ipotetica ragazza (probabilmente la Karaibrahimgil stessa) sogna di vivere, e non è poi così facile trovare l'amore vero, andando spesso incontro a solenni delusioni.

"Sarho" (ubriaca) è un delizioso pezzo in cui l'autrice gioca coi suoni della sua lingua, e usa la parola "çok" (molto) per trasformarla in un urletto da ubriaca e rendendo il pezzo particolare, piacevole e per niente noioso.

Seguono altri gustosi pezzi come "Peri", che comprende la partecipazione della rapper Ayben, la ballata "Parçali Butulu" (parzialmente nuvoloso) e altri gustosi lavori.

L'album si conclude con una versione acustica di "Bu Mudur?" e un Ozinga Remiks di "Pirlanta"..

Trait-d'union ed elemento fondamentale di tutto l'album è la voce di Nil Karaibrahimgil, del tutto particolare. Vagamente roca, sottile e a tratti isterica, sembra sempre che non sia in grado di affrotnare gli acuti; sembra sempre che stia per prendere una solenne stecca, ma ciò non accade mai. Da questo punto di vista, benché il genere musicale sia decisamente diverso, mi ricorda vagamante l'islandese Björk: la voce particolare e il genere un po' fuori dal comune fanno si che tanto l'una quanto l'altra si possano odiare od amare, senza una via di mezzo. Personalmente ho scelto di amare Nil Karaibrahimgil perché i suoi lavori non sono mai scontati. Percussioni, melodie e soprattutto il suono della sua voce rendono ogni brano sicuramente unico: una canzone della Karaibrahimgil interpretata da qualunque altra artista, anche più dotata vocalmente di lei, perderebbe la sua unicità.

E' di recentissima uscita "Nil Kiyisinda", quarto album dell'artista, che mi appresto ad ascoltare e, magari, recensire su questo sito.

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