Il primo album dopo il cambio di etichetta è, comunque, sempre difficile. E credo che tale lo sia stato anche per i Nile, che seguo sin dalle origini della loro vita discografica, poiché palesarono subito evidenti qualità distintive, in primo luogo per il concept derivante dalla storia dell'antico Egitto e poi per come tali ambientazioni venivano replicate nei brani.

Ho sempre apprezzato il fatto che, nonostante non si sottraessero mai alla materializzazione di un sound potente e maestoso in ambito death metal, però sapessero donare ad esso una notevole varietà e lo arricchissero di dinamiche strutturali in grado di renderli pressoché unici. Grazie a quattro lavori rilasciati via Relapse hanno dimostrato che l'abbinamento tra tecnica e brutalità, con supporto di idee originali e creative, consente ancora di produrre suoni capaci di sfidare e impressionare. Non mi sono noti i motivi per cui il sodalizio con la label si sia interrotto, fatto sta che adesso li ritroviamo accasati presso la Nuclear Blast e l'impressione derivante dall'ascolto di "Ithyphallic" è che abbiamo cercato di consolidare le posizioni in attesa di futuri sviluppi, quasi a non voler deludere le aspettative del nuovo datore di lavoro, ma al tempo stesso congelando il processo evolutivo. Il che si traduce in dieci pezzi, che finiscono persino per risultare più monolitici e "cattivi" di quanto ci avessero fatto sentire sinora, ma perdendo così quel valore aggiunto derivante da una gestione raffinata delle sfumature, dei dettagli e dei particolari.

D'altro canto hanno ulteriormente migliorato l'aspetto tecnico/strumentale/vocale e lasciano che i brani vengano ammorbati da atmosfere cupe e sinistre (quasi in odore di Morbid Angel) e da break cadenzati o rallentati (senza mai limitarsi a soluzioni lineari) che li rendono sicuramente interessanti. Quale ulteriore annotazione mi preme evidenziare come "Ithyphallic" sia arricchito da una canzone eccezionale, quale "Even The Gods Must Die", che ha la funzione di chiudere il cerimoniale per mezzo di ambientazioni tenebrose, suoni granitici e cattiveria concentrata pura.

In definitiva possiamo dire che i Nile si sono in parte allontanati dalle proprie radici più antiche per concentrarsi sulla stesura di un'opera maggiormente aderente ai canoni death tradizionali, ma per questo meno ricca di inventiva, pur se indiscutibilmente perfetta.

Un po' troppo "normali" e perciò gli tolgo un punto...!

Elenco tracce testi e video

01   What Can Be Safely Written (08:15)

02   As He Creates So He Destroys (04:36)

At the seething and fiery center He sits upon his ebon throne Within his halls of darkness Which no man has seen and survived the vision Both blind and bereft of mind He pipes unceasingly on his reed flute And the notes that rise and fall in measured patterns Are the foundations of all the worlds Ever calculating in sound the structure of space and time Were his flute ever to suddenly fall silent All the spheres would shatter into one another And the myriads of worlds Would be unmade As they were before creation The flute of the blind idiot Both makes and unmakes the worlds in ceaseless Combinations Spinning on the woven carpet of time No creation without destruction No destruction without creation To unmake a thing is to make another Each time a thing is made Another is destroyed [solo: Dallas] The idiot god on his black throne Does not choose What shall rise into being And what should pass away He cares only to maintain His mindless unholy music of Random creation and destruction No living creature can look upon his face And endure its terrible heat And black radiance That is like the reverberating unseen rays of molten iron Which strike and burn the skin Of those who would dare Gaze into the countenance of the idiot god Never does he receive supplicants In his black halls of uncouth angles and strange doors Nor does he ever hear prayers or answer them Endlessly he pipes And endlessly he devours his own substance For his hunger is insatiable As he consumes his own wastes after the custom of idiots As the god creates So he destroys

03   Ithyphallic (04:40)

04   Papyrus Containing the Spell to Preserve Its Possessor Against Attacks From He Who Is in the Water (02:56)

05   Eat of the Dead (06:29)

06   Laying Fire Upon Apep (03:25)

07   The Essential Salts (03:51)

08   The Infinity of Stone (02:04)

09   The Language of the Shadows (03:30)

10   Even the Gods Must Die (10:01)

11   As He Creates So He Destroys (instrumental) (04:50)

12   Papyrus Containing the Spell to Preserve Its Possessor Against Attacks From He Who Is in the Water (instrumental) (02:56)

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Altre recensioni

Di  Tepes

 ""Ithyphallic" è noioso, tanto noioso: quello che in "Annihilation Of The Wicked" era barocco, qui diventa Kitsch."

 La title track è l'unica pisciata che va a finire nel cesso.