Tränenpalast, Berlino.
Il "palazzo delle lacrime": una volta questa costruzione in vetro e metallo fungeva da dogana tra Berlino est ed ovest; qui si accomiatavano parenti e amici della Berlino est dai visitatori dell'ovest, che passavano i severi controlli della polizia "democratica", scendevano nei sotteranei e con la metropolitana ritornavano nel settore ovest.

Mi ricordo ancora lo strano effetto che faceva transitare con la metropolitana della Berlino occidentale sotto la zona "est": le fermate dove non si poteva ne salire ne scendere, completamente murate, a parte quella di Friedrichstr. dove appunto era situato il Tränenpalast. Quindi un passaggio di confine situato in mezzo alla cittá e non vicino il muro...
Il Tränenpalast oggi è stato trasformato in una sala concerti.
Con ben altro mood che mi avvio verso il Tränenpalast: stasera suona Nils Petter Molvær!!

La sala non è troppo affollata, l'ultima volta invece era completamente esaurito e il biglietto mi era stato gentilmente regalato da un ignoto poco prima dell'inizio, quando ormai avevo perso ogni speranza di vedere il concerto.
Prendo posto nelle prime file, vicino al bar, dove incontro due amici: un paio di birre sono d'obbligo.
Do un'occhiata alla strumentazione e noto qualche novitá: le tastiere, un rhodes e due synth collegati ad vari marchingegni elettronici.
Sono da poco passate le nove ed eccoli entrare: prima lui che inizia un solo e poi il resto della band: come ho giá detto, un tastierista, poi il solito batterista, Dj Strangefruit ai piatti e un'indemoniato ai loop ed eletronics. Mancano basso e il chitarra! E si nota: la musica si é fatta ancora più elettronica di prima.
Ne é passato di tempo da quando Nils pubblicava album jazz presso l'ECM.
Per avere ancora più libertá artistica ha cretao una sua label, con cui ha prodotto NP3, recensito su queste pagine. E a giudicare dalle sonoritá del concerto l'evoluzione prosegue in direzione elettronica.
Al posto della chitarrra e del basso, un tastierista, che contribuisce con gli altri musicisti a creare un tappeto di suoni dove la tromba si insinua, a volte semplicemente acustica e morbida, quasi vellutata, altre volte invece é carica di ogni genere di effetti che la fanno sembrare chitarra elettrica, organo, voce umana...
Anche i temi dei pezzi sono spesso stravolti, quasi irriconoscibili.
Le variazioni di atmosfere é ampissima: alcuni pezzi, per esempio "Little Indian", splendida, o "Kakonita", richiamano la calma sconfinata del profondo nord, in altri invece la cascata di suoni e l'incessante muro di beats creato da batterista e da Mister Live-Loop ci scaraventano in un rave party ed non ci si può trattenere dal ballare: l'apice estatico toccato durante Hurry Slowly.

Un grande concerto: una conferma di un artista che sa far jazz elettronico che può piacere ai palati più esigenti, nonostante le contaminazioni con i ritmi da club. Presto sará in vendita il nuovo cd live e nel nuovo sito di Molvaer si possono giá ascoltare tutti i pezzi in streaming.
Consigliatissimo! Elettronica live e jazz passano per Nils Peter Molvær!

Carico i commenti... con calma