Bandcamp, numero uno nelle chart generali, negozio ufficiale online intasato dalle richieste prima dell’uscita dell’album, box limitati già esauriti il giorno successivo alla data ufficiale di vendita nei negozi di tutto il mondo. Di chi stiamo parlando? Di un gruppo Pop? Pop-Rock? Di un pezzo dance dell’estate appena trascorsa? Di notissimi rocker nostrani? No, trattasi dei Nokturnal Mortum, gruppo prevalentemente Black Metal (anche se da sempre molto riduttiva questa definizione) proveniente dall’Ucraina e da anni osteggiato per la solita connotazione politica (inquadrati nel plurinominato filone NSBM).

Da qualche mese volevo tentare di scrivere di questa formazione di veterani della musica estrema (in attività dal 1996) ma francamente non sapevo bene come impostare la cosa, dato il calibro di questi musicisti a dir poco pazzeschi! L’anima di questa proposta è il sempiterno Eugeny “Varggoth” Gapon, non voglio aggiungere nulla, la loro storia la trovate in rete se vi va, le malelingue anche, così come l’odio viscerale degli oppositori (politici); il loro sito ufficiale è ampio e dettagliato, se non li avete mai sentiti a livello artistico invece, vi siete persi grandi emozioni, perle come Lunar Poetry, Goat Horns e gli immensi Weltanschauung e The Voice of Steel, per citare quelli che amo alla follia, sono, a loro modo, tutti veri e propri capolavori assoluti, davvero credo che ci sia qualcosa di sinistro e innominabile dietro al loro innaturale modo di non sbagliare mai un colpo. Prendiamo questo Verity, i pezzi durano in media dai cinque agli otto minuti e per tutta la durata di queste cavalcate non c’è mezzo minuto dove ci si annoia, anzi, l’esaltazione sale pezzo dopo pezzo, perché nulla rimane uguale, tutto muta e tutto si evolve e si contorce come nelle metamorfosi dantesche che punivano i dannati della settima bolgia. Cambia e si trasforma la voce, sempre più “pulita” ed epica, cambia e muta la musica, il polistrumentismo e la maestria di questi dannati incantatori è qui, è tutta da sentire, tutto è perfetto, maestoso, c’è tutto, come nei già citati due precedenti album a mio avviso, solo che in questo Verity tutto continua a crescere, sorprendendo chiunque ci si voglia dedicare. Troverete urla rabbiose e modulazioni rassicuranti, toni folk e classici timbri “Pagan Metal”, così come tirate iperveloci, cambi di tempo, inserti corali, ululati, corni di guerra, sussurri, un violoncello e molto altro ancora. Ragazzi miei, qui si parla di un’ora e un quarto di pura emozione, certo un lavoro del genere non è di facile comprensione, va riascoltato e riaperto, come uno di quei libri che si amano magari anche da subito, ma che, con riletture ed altri sguardi anche fugaci, diventano “storici”, immortali. Come già scritto da altri e più quotati recensori, è impossibile parlare dei singoli pezzi e non renderebbe giustizia al lavoro in questione; l’opera si sviluppa in un unico grande rito, va ascoltato; la presente pseudo recensione avrebbe dovuto essere di pochissime parole, qualcosa del tipo: “poco da dire in casi del genere, è solo da ascoltare”, come diceva il mio prof. di italiano in prima superiore sull’analisi di un testo, ovvero: “prima di analizzare un qualsiasi testo, è necessario fare una cosa: leggerlo”, sembra banale e scontato ma, a pensarci, non lo è. Mi sembrava tuttavia giusto dare un po’ di cornice al tutto, solo per questo mi sono permesso di tirarla lunga.

In conclusione aggiungo che, nonostante i NM siano stati e continuino ad essere sostanzialmente boicottati su alcuni siti e piattaforme, i suddetti rimangono il classico esempio di come, quando dietro alle dichiarazioni (per quanto folli e fuori luogo possano essere) c’è vera Arte, con la meritata A maiuscola, ogni muro cade e con esso ogni filo spinato si arrugginisce e si sbriciola. L’unica realtà è che Verity è un album spettacolare. Questo è quanto.

P.s. --- Mi sono scordato di aggiungere due parole anche sulla confezione in digibook, l’involucro questa volta è una perla estetica non indifferente, il corposo libretto (oltre 50 pagine) sembra un vero e proprio mini catalogo d’arte, con riproduzioni di dipinti ad olio del celebre e leggendario artista Kristian Wåhlin, meglio conosciuto come Necrolord. Sfogliandolo ci addentriamo in quello che ci vogliono urlare i NM, oltre alle foto di rito, con trucco e parrucco classico e rispettoso dei canoni del genere cui siamo abituati, ci imbattiamo in desolati paesaggi notturni e in creature demoniache raffigurate con la consueta maestria dal suddetto grandioso illustratore visionario, noto per le numerose copertine e libretti che hanno segnato l’adolescenza di chi frequenta le ramificazioni più estreme del Metal, almeno dai primi gloriosi anni ’90. Mi sembrava doveroso completare la mia pseudo recensione con questa piccola nota sulla bellezza e la cura, anche estetica, di questo straordinario lavoro, qualità su tutti i fronti quindi. Passo&chiudo.

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