"Per Quando Noi Non Ci Saremo", uscito nel 1967, è il primo LP de I Nomadi. Il gruppo era però già attivo da due anni con delle pubblicazioni di singoli, per lo più cover di canzoni d' oltremanica (come imponevano le mode), tradotte o reinterpretate, con dei testi che non avevano nulla a che vedere con quelli originali, e cantate in italiano. L'album, contenente alcuni dei pezzi più famosi del gruppo, è da considerarsi una pietra miliare del pop italiano di quei tempi. Vi sono anche chiari riferimenti al beat, che in quel periodo aveva raggiunto la sua massima popolarità, specialmente in Italia, dove aveva trovato terreno particolarmente fertile.

La band era composta dal tastierista Beppe Carletti (che resiste tutt' ora), dal chitarrista Franco Midili, dal bassista Gianni Coron, dal batterista Gabriele Copellini e dalla voce indimenticata e indimenticabile di Augusto Daolio, anima del gruppo.

Le tracce sono in totale 12, per una durata complessiva di 28 minuti pieni (e non un'ora e un quarto come nei CD "moderni" in cui gli artisti sono fieri di infilarvici una buona mezz' ora e passa di riempitivo). L'opera, quindi, risulta molto piacevole all'ascolto, con dei testi che toccano tematiche spesso affrontate dai primi Nomadi, quali l'amore e i problemi giovanili. Forte è anche la presenza di un certo Francesco Guccini come paroliere (e forse anche qualcosa in più), che scrisse buona parte delle canzoni.

Le più celebri e conosciute (praticamente da chiunque), sono "Come Potete Giudicar", cover di "The Revolution Kind" di Sonny Bono, che divenne un vero e proprio inno generazionale della gioventù italica del tempo, "Noi Non Ci Saremo" e "Dio E' Morto", che la RAI ai tempi decise di censurare. Altri pezzi relativamente famosi (presenti anche sulla Platinum Collection) che compongono il disco sono "Spegni Quella Luce", "Per Fare Un Uomo", "Il Disgelo", "Noi" e la cover di "I Want You" presente su "Blonde On Blonde" di Bob Dylan, "Ti Voglio".

Chiudono l'LP "Quattro Lire e Noi" (altra cover degli "Small Faces"), "Ma Piano (Per Non Svegliarmi)", la title track, un capolavoro in cui la poetica di Guccini viene a galla, recitata dalla sola voce del doppiatore Luigi Paoletti e accompagnata da organo e chitarra (o forse clavicembalo?), e l'"avanguardistica" "Baradukà", con cori e chitarra, molto vicina alla psichedelia.

Che dire di più di un disco che ha fatto la storia della musica leggera italiana? Ascoltatelo.

Elenco tracce e testi

01   Per quando noi non ci saremo (01:37)

02   Come potete giudicar (03:08)

Come potete giudicar,
come potete condannar,
chi vi credete che noi siam,
per i capelli che portiam...

Facciam cos� perch� crediam
in ogni cosa che facciam
e se vi fermaste un po' a guardar
con noi parlar, v'accorgereste certo che
non abbiamo fatto male mai.

Quando per strada noi passiam
voi vi voltate per guardar
ci vuole poco a immaginar
quello che state per pensar
ridete pure se vi par
ma non dovreste giudicar

E se questo modo di pensar a voi non va
cercate almeno di capir
che non facciamo male mai.

Come potete giudicar
come potete condannar.
Chi vi credete che noi siam
per i capelli che portiam

Facciam cos� perch� crediam
che nessun male si possa far
E se vi fermaste un po' a guardar
con noi parlar
v'accorgereste certo che
non abbiamo fatto male mai.

03   Spegni quella luce (02:16)

04   Quattro lire di noi (01:58)

05   Ti voglio (02:49)

06   Noi non ci saremo (02:39)

Vedremo soltanto una sfera di fuoco
Più grande del sole, più vasta del mondo
Nemmeno un grido risuonerà…
E catene di monti coperte di neve
Saranno confine a foreste di abeti
Mai mano d'uomo le toccherà
E solo il silenzio come un sudario si stenderà
Fra il cielo e la terra per mille secoli almeno
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo..
E il vento d'estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Fra case e palazzi, che lento il tempo sgretolerà
Fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo…
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
E ancora la terra sarà popolata
Fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni
E ancora il mondo percorrerà
Gli spazi di sempre
Per mille secoli almeno,
Ma noi non ci saremo, non ci saremo...

07   Per fare un uomo (02:50)

08   Ma piano (non svegliarmi) (02:35)

09   Il disgelo (02:17)

10   Barakudà (01:58)

12   Dio è morto (02:42)

Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già
Lungo le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città,
Essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà
E un Dio che è morto
Ai bordi delle strade Dio è morto
Nelle auto prese a rate Dio è morto
Nei miti dell'estate Dio è morto.
Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perché è venuto il momento di negare tutto ciò che è falsità
Le fedi fatte di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un Dio che è morto
Nei campi di sterminio Dio è morto
Coi miti della razza Dio è morto
Con gli odi di partito Dio è morto.
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni
E poi risorge
In ciò che noi crediamo Dio è risorto
In ciò che noi vogliamo Dio è risorto
Nel mondo che faremo
Dio è risorto,
Dio è risorto

Carico i commenti...  con calma