Quando ascoltai per la prima volta "Wish I Could Dream It Again" rimasi di stucco nell'aver appreso la nazionalità italiana di questa band: siamo nel 1994, i Litfiba danno vita a "Spirito", e un anno dopo i Timoria ci regaleranno l'ottimo "2020 Speedball".

Ebbene anche in Italia, il vento gelido dei paesi scandinavi, influenzò le menti ispirate di due fratelli di origini siciliane, Carmelo e Giuseppe Orlando.  Ed è per questo che sarebbe riduttivo voler classificare il genere di questo disco, un intreccio di atmosfere burzumiane (infatti in una delle immagini del booklet Carmelo indossa la t-shirt di "Hvis Lyset Tar Oss"), addolcite dal gusto mediterraneo di chitarre classiche. Questa è l'atmosfera di "Wish I Could Dream It Again", un viaggio nel mondo malinconico ma allo stesso tempo rabbioso di Carmelo Orlando, voce e chitarra e autore di quasi tutti i testi dell'album.

Ed è proprio la linea vocale adottata da Carmelo che attira l'attenzione dell'ascoltatore: uno scream potente alternato a parti pulite che a volte varcano il limite dell'intonazione. Molti criticarono il cantato pulito di Carmelo, ancora inesperto davanti al microfono, sebbene io ritengo che nel contesto di questo album, quelle stonature facciano parte al meglio dell'architettura dell'intero progetto.

Brani come "Sirens in Filth" e "Swim Seagull In The Sky" rimarrano come alcuni dei migliori della produzione dei Novembre: lo scream è ossessivo, i riffs di puro stampo black reggono bene la sezione ritmica di un giovanissimo Giuseppe Orlando. E  proprio il lavoro di quest'ultimo merita un elogio: ascoltando "Let Me Hate" potrete apprezzare le sue immense qualità, forse penalizzate da una produzione sufficiente, sebbene due anni dopo con "Arte Novecento" il fratellino minore del combo catanese potrà dare sfogo al suo tecnicismo.

Vi parlavo di atmosfere magiche, oniriche, mediterranee, frutto di un felicissimo incastro tra arpeggi classici ispirati da Fabrizio De Andrè (Carmelo è tutt'ora un grande appassionato del nostro compianto poeta) e le suddette sfuriate black. "Behind My Window/My Seas of South" e "Nostalgia/Its Gaze" vi faranno sprofondare in questi mondi.

Notevole è anche la presenza di un paio di assoli (componente laica di questo genere) nel brano "Swim Seagull In The Sky" (come potete notare amo tantissimo questo pezzo).

Un pò per la produzione non eccelsa, un pò per trovate commerciali, nel 2002 i Novembre decidono di reincidere "Wish I Could Dream It Again", cambiandone il titolo in "Dreams D'azur": è una revisitazione più matura, accompagnata da una produzione nettamente migliore, nella quale le parti vocali vengono sostituite (con delle sovraincisioni a volte eccessive) da un Carmelo padrone ormai della sua voce.

A mio avviso tutto ciò non era necessario, "Wish I Could Dream It Again" rimane un disco d'esordio validissimo, considerato il fatto che nel 1994 il panorama italiano era abbastanza lontano da questo genere.

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